“No alla registrazione dei matrimoni gay” – Vatican Insider

A Bologna scontro fra Curia e Comune

Giacomo Galeazzi
CITTA’ DEL VATICANO

«Oggi si chiede di rimuovere il requisito della diversità sessuale, domani si chiederà di rimuovere, ampliandolo, quello del numero dei coniugi» insorge la Curia. E così a Bologna è scontro frontale con il Comune. Toni da crociata.

«La scelta infelice del sindaco Virginio Merola» merita «la più ferma e risoluta opposizione di chi vuole preservare i diritti della famiglia, e con essi, il bene comune», tuona «Bologna Sette», il settimanale dell’arcidiocesi guidata dal cardinale Carlo Caffarra (allegato ogni domenica al quotidiano della Cei, «Avvenire»). La «scelta infelice» di Merola finita nel mirino della Curia è quella di consentire la registrazione dei matrimoni omosessuali celebrati all’estero. Una decisione che già quando fu annunciata venne criticata duramente dall’arcidiocesi. «Gli effetti pratici sono pressoché nulli, ma quelli simbolici mirano ad essere decisamente drastici, incisivi e senza dubbio deleteri».

Nel dibattito in atto la Chiesa bolognese contesta «il diritto al matrimonio come il diritto di ogni individuo di veder pubblicamente riconosciuto qualsiasi tipo di legale sentimentale o in senso lato familiare che lo lega ad altre persone». Invece «il senso del matrimonio non ha nulla a che vedere col riconoscimento dei “diritti sentimentali” e la Consulta ha ribadito che è la potenziale capacità procreativa dell’unione tra un uomo e una donna a differenziare il matrimonio dalle convivenze tra persone omosessuali». Strali da «Family day» e da battaglie ruiniane d’antan sui principi negoziabili. «Annacquare e alterare il matrimonio significa manomettere l’intero sistema di protezione e promozione della famiglia» e «smettere di riconoscere nell’unione tra uomo e donna il paradigma dell’intera esperienza umana è il sintomo di una depressione culturale gravemente autolesionista, che non ha nulla a che vedere con il rispetto delle scelte di vita delle persone, dei loro affetti e dei loro sentimenti».

In una riedizione bioetica dello scontro tra Don Camillo e Peppone, la Curia accusa il sindaco Pd di «negare che ogni figlio ha naturalmente bisogno e diritto di crescere con un papà e una mamma». E si auto-assolve: «Insistere sulla diversità sessuale non è una prova di una mentalità retrograda e omofoba». L’incubo è l’effetto-contagio, da Bologna al resto d’Italia, attraverso «il ddl sulle unioni civili in esame al Parlamento che prevede la diretta applicazione della disciplina matrimoniale alle coppie di conviventi dello stesso sesso con tanto di adozione di minori (mascherata)».

Intanto, però, come anticipato dal cardinale di New York Timothy Dolan, «il Papa vuole studiare le unioni gay, per capire come mai alcuni Stati hanno scelto di legalizzare le unioni civili delle coppie omosessuali. Garantisce Dolan: «Per Francesco la Chiesa deve cercare e vedere le ragioni che hanno indotto alcuni Stati a legalizzare le unioni civili delle coppie gay, piuttosto che condannarle prontamente dobbiamo interrogarci sul perché questo ha fatto presa su alcune persone». Conoscere per capire: il dialogo al posto degli anatemi.

Fonte: “No alla registrazione dei matrimoni gay” – Vatican Insider.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Principi non negoziabili e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.