Non può visitare la figlia: è in stanza d’ospedale con una musulmana

MARTEDÌ 27 MARZO 2018, 00:04, IN TERRIS

L’uomo costretto dalla struttura pubblica a rimanere fuori per rispettare i precetti religiosi altrui

SIMONE PELLEGRINI
Stanza d'ospedale

Stanza d’ospedale
Nell’Europa di oggi, aperta e cosmopolita, può accadere anche questo. Un uomo è costretto a rinunciare a visitare in ospedale la figlia malata per rispettare i precetti dell’Islam radicale. Succede in un ospedale pubblico di Vienna, in Austria. La figlia ventenne è ricoverata a causa di una sclerosi multipla, in camera con lei c’è una paziente di religione islamica, che non accetta la presenza di uomini, nonostante ci sia una tenda divisoria tra i due letti. E’ così che la direzione dell’ospedale, per assecondare il desiderio della paziente islamica, impedisce al padre di famiglia di entrare a vedere la giovane figlia.

Ma non basta. Come lo stesso uomo rivela in un’intervista al giornale austriaco Krone, egli durante l’ultima visita si è fermato sulla soglia della porta d’ingresso, restando nel corridoio, per scambiare qualche parola con la figlia. Ma anche in questo caso la paziente islamica ha richiesto l’intervento degli infermieri a suon di urla. Per evitare di compromettere la tranquillità dell’ospedale, l’uomo ha deciso di uscire dalla stanza e rinunciare a tenere la mano alla figlia.

Il dolore dell’uomo trapela dalle parole che ha rilasciato nell’intervista a Krone. “Siamo rimasti scioccati dal fatto che una musulmana radicale abbia potuto condizionare la vita di un ospedale a Vienna. Di fatto ha potuto decidere che non potessi vedere mia figlia. Eppure ogni forma di radicalismo dovrebbe essere combattuta“. L’uomo è un avvocato e si è immediatamente mosso per via legale costringendo la direzione dell’ospedale a scusarsi. Gli è stato inoltre promesso che si sarebbe fatta luce sul caso e sulla sua gestione.

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