Non solo Cristiada: Los ultimos Cristeros ~ CampariedeMaistre

di Federico Sesia

Adiós sierras de Jalisco, 
Michoacán y Guanajuato. 
Donde combatí al Gobierno 
que siempre salió corriendo.
 

(Strofa de El martes me fusilan, canto cristero)
 
Anno 1935, Messico. E’ scoppiata ormai da diverso tempo una nuova Cristiada (la cosiddetta Segunda) a causa della politica anti-cattolica del Presidente Làzaro Càrdenas, culminata nel progetto di educazione socialista che ha provocato insurrezioni sparse in diverse aree del paese. Questa pellicola messicana (2011) del regista Matìas Meyer, ambientata appunto durante la Segunda, tratta delle vicissitudini di un piccolo gruppo di cristeros dello stato di Jalisco, capitanati da un anziano comandante che non vuole deporre le armi nonostante sia consapevole di combattere una guerra persa. 
 
Con questo film dal taglio introspettivo, dal retrogusto di western di un’altra epoca condito con una punta di malinconia e con una forte dose di realismo, il giovane regista Matìas Meyer (figlio dello storico studioso della Cristiada Jean Meyer) ci propone un tragico spaccato di storia del Messico pressoché sconosciuto al di fuori dei suoi patri confini. Liberamente tratto dal romanzo Rescoldo. Los últimos cristeros del figlio di un comandante cristero Antonio Estrada, questo lungometraggio della durata di circa un’ora e mezza è incentrato soprattutto sul vissuto interiore dei protagonisti (la loro eroica compostezza, i loro dubbi, la loro volontà di combattere nonostante tutto…) e risulta essere molto diverso come impostazione dal più noto film americano Cristiada, pur tutto sommato eguagliandolo in termini di godibilità della pellicola. D’altronde nel film del Meyer abbiamo la trasposizione su cellulosa di una guerra prevalentemente spirituale combattuta nell’interiorità dei singoli protagonisti, aspetto che conseguentemente lascia poco spazio ad epiche scene di battaglia. 
 
Magistrali sono inoltre le inquadrature (da segnalare a riguardo l’ottimo uso dei primi piani) e le tonalità dei colori, entrambe evidentemente atte ad evidenziare le emozioni dei personaggi e ad aumentare quel senso di drammaticità spesso trasudante dai grinzosi volti degli anziani cristeros o da quelli segnati e logorati dalla guerra dei più giovani.
 
Pur ovviamente poco conosciuto, questo film ha avuto un riscontro positivo nel pubblico e nella critica, con un 67% di approvazione su Rotten Tomatoes e con diversi premiazioni ottenute in Messico e all’estero, tra le quali meritano di essere menzionati il Premio SIGNIS al festival di L’Havana del 2011 e il fatto di essere stato ritenuto il miglior film messicano dell’anno al festival del cinema di Riviera Maya del 2012.

Unica problematica: la pellicola sul web è reperibile solo in lingua spagnola e senza sottotitoli. Di seguito, il trailer del film sottotitolato in inglese:

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