L’obiezione di coscienza è un diritto fondamentale garantito dalla Costituzione, ma non dalla giunta Zingaretti. La Relazione ministeriale sulla 194 smentisce la necessità del decreto liberticida e discriminatorio emanato per i consultori del Lazio.
“Dalla relazione annuale del Ministero della Salute sull’attuazione della legge 194/78, emerge chiaramente come il numero dei non obiettori nelle strutture ospedaliere risulti congruo rispetto agli aborti effettuati. Su base regionale non emergono criticità nei servizi di aborto che vengono effettuati nel 64% delle strutture disponibili. Alla luce di questi dati, appare ancor più evidente la forzatura di natura ideologica messa in atto dal decreto del presidente Zingaretti che vieta l’obiezione di coscienza nei consultori del Lazio”. Lo afferma Olimpia Tarzia, presidente del movimento PER Politica Etica Responsabilità e vicepresidente della commissione cultura della Regione Lazio, coordinatrice nazionale del comitato “Di mamma ce n’è una sola”, contro l’utero in affitto. “ Il diritto alla vita e all’obiezione di coscienza rappresentano valori fondamentali e giuridicamente fondati, ma pare che l’attuale maggioranza non se ne curi affatto, lasciando sola la donna, alla quale vanno offerte strade alternative all’aborto attraverso politiche rivolte alla tutela sociale della maternità. Ma su questo il presidente Zingaretti tace. Mi auguro che, alla luce dei dati ufficiali forniti dal Ministero, voglia ripensare all’assurdità di quel decreto, ritirandolo. Alla mia interrogazione in merito, presentata il 25 giugno scorso, non c’è stata risposta. Ritengo però – conclude Tarzia – che la relazione del Ministero, alla luce della quale il decreto assume in piena evidenza la sua valenza puramente ideologica, sia la risposta più esaustiva”.
Fonte: www.agenparl.com
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