Onu: aborto un diritto? Santa Sede: «Cultura della morte» | Tempi.it

ottobre 26, 2012 Leone Grotti

Intervista al nunzio apostolico Silvano Maria Tomasi, Osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite: «A nessun tentativo volto a legalizzare l’aborto si può accordare legittimità morale»

«La Santa Sede non approva alcun tipo di strumento legislativo che dia riconoscimento giuridico all’aborto. Molti Stati all’Onu sono stati influenzati dalla prevalente “cultura della morte” che vede il valore della vita umana dalla prospettiva della sua utilità o del suo contributo al funzionamento economico della società». L’analisi dell’Osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, il nunzio apostolico Silvano Maria Tomasi, è di quelle che fa venire l’orticaria a chi ama il politicamente corretto ed è un forte segnale di dissenso. Il Consiglio Onu per i diritti umani ha varato nei giorni scorsi una risoluzione sulla “mortalità e morbilità materna prevenibile e i diritti umani” che contiene una apertura all’innalzamento dell’aborto a diritto umano. In particolare, «i diritti alla salute sessuale e riproduttiva» sono stati inseriti tra le «buone pratiche» che implicano «obblighi di diritti umani». È bene ricordare che nel gergo tecnico dell’Onu, «salute riproduttiva» significa aborto. A tempi.it l’arcivescovo Tomasi, che è Osservatore a Ginevra dal 2003, dichiara che per la Chiesa «a nessun tentativo volto a legalizzare l’aborto si può accordare una “legittimità morale”» e che «ci sono due culture a confronto: una che parte dalla natura e le sue leggi e l’altra emersa dalla rivoluzione sessuale del ’68 e incentrata sulla soddisfazione dell’individuo senza che assuma la responsabilità delle conseguenze delle scelte che opera».

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