Pakistan: fare la differenza dove la persecuzione è endemica – Porte Aperte

Matrimoni forzati e marginalizzazione sociale sono comuni per i cristiani in Pakistan. Noreen è una ragazza che portava avanti segretamente una relazione con un musulmano. Scossa dai sermoni del suo pastore, un giorno decise di arrendersi a Dio e da lì si scatenò la reazione del suo fidanzato. Il pastore della sua comunità, grazie al Project Alive (formazione finanziata da Porte Aperte), ha saputo consigliare e seguire lei e la famiglia nel mezzo della persecuzione. Già 100.000 cristiani sono stati aiutati dai progetti Alive.

Negli ultimi anni un numero sempre crescente di ragazze cristiane sono state forzate a sposare uomini musulmani, soprattutto attraverso veri e propri rapimenti (nota: non è permesso a uomini cristiani sposare donne musulmane). I cristiani in generale sono ai margini della società, cittadini di serie B, impossibilitati ad accedere a diritti elementari (soprattutto nelle vaste zone rurali) e i giovani cristiani sono spesso obbligati ad abbandonare la scuola, non riuscendo poi a ottenere lavori adeguati e persino a sposarsi.

Noreen ha 24 anni, è una ragazza la cui famiglia ha fatto enormi sacrifici per farla studiare. A 19 anni iniziò a uscire con un vicino, Mustafa, un ragazzo musulmano di famiglia benestante, tenendo questa relazione segreta alla sua famiglia, cosciente che l’avrebbero osteggiata (visti i matrimoni forzati e le continue violenze che spesso le donne cristiane subiscono in queste famiglie). Mustafa, ogni giorno, faceva pressioni su Noreen per convertirsi all’islam, promettendole così un futuro per lei e per la sua famiglia. In chiesa, Noreen faceva fatica a relazionarsi con gli altri; il pastore era un brav’uomo che non aveva una formazione dottrinale profonda, e Noreen trovava i suoi sermoni semplicistici. Ma un giorno iniziò a rendersi conto che i sermoni erano cambiati, capaci di analizzare nel profondo e da prospettive molto precise la Bibbia. Più tardi venne a sapere che il pastore aveva iniziato a seguire una formazione denominata Project Alive, finanziata da Porte Aperte e appositamente creata per pastori di comunità come queste.

Per settimane, i sermoni del suo pastore impattarono sempre più nella vita di Noreen (e della comunità), tanto che decise di dare veramente il suo cuore a Gesù, rivelando tra l’altro alla famiglia la sua relazione con Mustafa. All’inizio la famiglia non sapeva come reagire, così si rivolsero al pastore, il quale, mettendo in pratica gli insegnamenti ricevuti nel Project Alive (in cui si aiutano i pastori anche in queste tipiche e complesse problematiche di quelle aree), seppe consigliare e seguire genitori e figlia. Noreen decise di interrompere questa relazione e il vero Mustafa venne allo scoperto: minacce pesantissime iniziarono a essere il pane quotidiano dell’intera famiglia.

Il pastore, conoscendo la serietà di queste minacce (nota: ricordiamo che una semplice accusa di blasfemia, anche infondata, può scatenare reazioni a catena imprevedibili in Pakistan), ha aiutato Noreen e la famiglia a trasferirsi segretamente in un altro villaggio più sicuro.

Il Progetto Alive aiuta molti cristiani anche con corsi di alfabetizzazione e corsi formativi nel campo lavorativo, per sopperire alla marginalizzazione a cui sono costretti i cristiani dalla società pakistana. Oltre 100.000 cristiani sono già stati aiutati ad affrontare questa forma di persecuzione sistematica sociale. Con il vostro aiuto vogliamo aiutarne molti altri!

viaPakistan: fare la differenza dove la persecuzione è endemica.

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