PAKISTAN – Il caso di Rimsha Masih approda alla Corte Suprema

Islamabad (Agenzia Fides) – Non è finito il calvario per Rimsha Masih, la ragazza cristiana disabile mentale accusata di blasfemia, arrestata e poi assolta dall’Alta Corte di Islamabad (vedi Fides 20/11/2012). L’iter giudiziario del suo caso, infatti, non è concluso: gli avvocati dell’accusa, come avevano preannunciato, hanno presento un ricorso alla Corte Suprema di Islamabad, terzo e definitivo grado di giudizio, e oggi, 15 gennaio, si terrà la prima udienza.Come riferisce all’Agenzia Fides l’Ong di ispirazione cristiana “Lead” (“Legal Evangelical Association Development”), nella famiglia di Rimsha, tuttora nascosta, in un luogo sicuro, e fra la comunità cristiana “è rinata una sensazione di paura”. Intanto, proprio per la mancanza di sicurezza, decine di famiglie cristiane, molto povere, del quartiere di Mehrabadi, a Islamabad, dove viveva la famiglia di Rimsha, non sono ancora ritornate nelle loro case. Le famiglie erano state costrette all’esodo per le minacce di estremisti, proprio legate al caso di Rimsha.

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