Pakistan «Il giorno che battezzai Bhatti» – MissiOnLine.org

di Chiara Zappa
Padre Aldino Amato, vincitore del “Nobel missionario”, racconta i suoi 50 anni in Pakistan. Dai ricordi del ministro ucciso a quella volta in cui convinse le famiglie islamiche a mandare le bimbe a scuola

«Ricordo una maestra della nostra scuola cattolica, una ragazza musulmana, che mi invitò al suo matrimonio. Siccome era orfana di padre, mi chiese di sedermi al tavolo centrale, tra lei e lo sposo. Io ero un po’ imbarazzato e titubante, ma lei con decisione disse: “Al posto del mio papà devi stare tu!”. Rimasi molto colpito». Aneddoti come questo, padre Aldino Amato, dopo cinquant’anni di missione in Pakistan, ne snocciola in continuazione. E sono racconti così che fanno intuire con quanta intensità e autenticità questo domenicano di 81 anni abbia vissuto quotidianamente, da cristiano e a fianco dei cristiani – ma anche dei musulmani -, nel Paese della famigerata legge sulla blasfemia e dell’assassinio del ministro per le minoranze Shahbaz Bhatti, cattolico che aveva provato a cambiare le cose rivendicando pari opportunità e giustizia per tutti i cittadini, a prescindere dalla loro fede.

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