Pakistan, le leggi contro la blasfemia colpiscono gli ahmadi | Le persone e la dignità

In questo blog abbiamo più volte raccontato la vicenda di Asia Bibi, la cristiana condannata a morte in Pakistan con l’accusa di aver violato le leggi contro la blasfemia e per salvare la quale proseguono gli appelli. Abbiamo anche denunciato l’uccisione di chi lottava per abrogarle.

Questa legislazione colpisce a tutto campo le espressioni di fede non islamiche.

Ne sa qualcosa un appartenente alla comunità ahmadiyya, Muhammad Ashraf, un gioielliere del bazar di Sillanwali, una città della provincia del Punjab, che rischia la condanna per “essersi atteggiato a musulmano” e per aver esposto nel suo negozio la traduzione di un versetto del Corano: “O voi che credete, dite sempre la verità” (Corano XXXIII. Al-Ahzâb, 70-71).

Il 22 luglio uno zelante cliente, tale Hafiz Imran, è entrato nella gioielleria di Ashraf e, vista la scritta, gli ha chiesto di toglierla, dicendogli: “Sono belle parole, ma stanno nel posto sbagliato”. Stavano nel posto sbagliato da ben sette anni, ricorda Ashraf, che ha ignorato la richiesta. Piccato, Hafiz Imran è andato a denunciare il fatto alla polizia. La polizia è arrivata al negozio e ha preso atto che la “prova del reato” stava lì.

Cliccare sul link per continuare a leggere: Pakistan, le leggi contro la blasfemia colpiscono gli ahmadi | Le persone e la dignità.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Asia. Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.