Pakistan, le troppe ombre del caso Rimsha – Vatican Insider

Una bambina pakistana a scuolaIncertezze e contraddizioni nel caso della ragazza arrestata per violazione della legge sulla blasfemia sempre più utilizzata per attaccare le minoranze.

di alessandro speciale

Non c’è accordo sulla sua età né tanto meno sulla sua salute mentale: Rimsha Masih, la ragazza arrestata in Pakistan perché accusata di aver bruciato pagine contenenti alcuni brani del Corano, ha soltanto 11 anni secondo la sua famiglia, 16 invece secondo la polizia.

Tutto, nel caso dell’ultima vittima della controversa e abusata legge sulla blasfemia del Pakistan, sempre più utilizzata come strumento per prendere di mira indiscriminatamente le minoranze religiose del Paese musulmano, è incerto e contraddittorio. Rimsha sarebbe affetta da sindrome di Down e non è nemmeno capace di “scrivere né leggere”, come ripetuto dal cardinale Jean-Luis Tauran, presidente dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso; oppure, come affermato da Hafiz Mohamed Khalid Chishti, imam della moschea più vicina a casa di Rimsha, nei sobborghi di Islamabad, è una “ragazza normale, non ha problemi di salute mentale”.

Adesso, il tribunale ha disposto che una commissione medica investighi la salute della ragazza, a cominciare dalla sua età. Ma in molti dubitano dell’oggettività del verdetto in una vicenda che ha già varcato i confini del Pakistan e si profila come un nuovo caso-Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte per blasfemia e in carcere da tre anni in attesa dell’esecuzione della sentenza.

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