PAKISTAN Paul Bhatti ad AsiaNews: dialogo con l’islam, per salvare “centinaia” di Asia Bibi – Asia News

di Dario Salvi

Il ministro federale e Apma pronti ad aiutare la donna, ma la famiglia non ha ancora chiesto aiuto né tutela legale. Per evitare gli abusi in nome della blasfemia, necessario il “confronto” con la società pakistana e i musulmani. Il pericolo di ong e movimenti in Pakistan che “sfruttano” il dramma per raccogliere denaro.

Roma (AsiaNews) – Per ottenere una svolta positiva nella vicenda di Asia Bibi è necessario promuovere “un dialogo e un confronto con la comunità musulmana”, cercando di “giungere a un perdono” che consenta alla donna di uscire dal carcere in sicurezza. In Pakistan deve passare il messaggio di base che “essere cristiani non significa appartenere all’Occidente” e lavorare al contempo per evitare che si ripetano “gli abusi commessi in nome della legge sulla blasfemia”. Sono queste le linee guida che Paul Bhatti, consigliere speciale (con grado di ministro federale) del premier per l’Armonia nazionale, traccia ad AsiaNews per aiutare la donna cristiana, madre di cinque figli, condannata a morte per aver insultato il nome del profeta Maometto e in attesa del processo di appello.

In questi giorni che avvicinano al Natale, molte organizzazioni attiviste e movimenti cattolici hanno ricordato il dramma di Asia Bibi, da molti definita il “simbolo” degli abusi commessi ai danni della minoranza cristiana, in nome della blasfemia. Paul Bhatti, fra gli artefici del proscioglimento in tribunale della giovane Rimsha Masih, ricorda che nel Paese vi sono molti casi analoghi e bisogna lavorare perché tutti vengano liberati da false accuse, evitando scontri frontali con il mondo musulmano e la società pakistana. “La comunità internazionale – spiega il ministro federale – deve collaborare per aiutare il Paese a dar vita a un piccolo, ma radicale cambiamento”.

Raggiunto al telefono da AsiaNews, Bhatti conferma l’importanza del confronto con la società pakistane e la promozione del dialogo interreligioso, quali “basi” per costruire un “pieno rispetto della dignità e della libertà dell’uomo”. È necessario far emergere “i valori comuni” e denunciare le storture nell’applicazione della blasfemia, che “viene abusata, in alcuni casi, per dirimere controversie personali o per vendetta”. Partendo da una moschea o da una chiesa, l’obiettivo comune deve diventare quello della “difesa dell’essere umano”. E per raggiungere questa finalità, il ministro federale chiede “sostegno al mio lavoro e a quello promosso dall’associazione Apma”, la All Pakistan Minorities Alliance, fondata dal fratello Shahbaz, massacrato dai fondamentalisti islamici il 2 marzo 2011.

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