Pakistan. Strage chiesa: «Cristiani arrabbiati» | Tempi.it

marzo 16, 2015Leone Grotti

Nel doppio attentato a Lahore sono morte «almeno 20 persone». Intervista a Cecil S. Chaudhry, direttore esecutivo della Commissione nazionale di giustizia e pace (Ncjp) della Chiesa cattolica

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Il giorno dopo il doppio attentato a due chiese, una cattolica e una protestante, in Pakistan, a Lahore, i cristiani si sentono «spaventati, addolorati e arrabbiati». Due attentatori kamikaze si sono fatti esplodere durante le celebrazioni della domenica mattina, causando una strage.

«ALMENO 20 MORTI». «Il governo parla di 15 morti e 78 feriti», dichiara a tempi.it Cecil S. Chaudhry, direttore esecutivo della Commissione nazionale di giustizia e pace (Ncjp) della Chiesa cattolica pakistana. «Ma le vittime sono almeno 20, forse 25. E il conto salirà visto che il numero dei feriti è alto e molti sono gravi». Il doppio attentato, in realtà, sarebbe potuto essere ancora più devastante visto che nelle due chiese «al momento della funzione c’erano centinaia di persone». I due attentatori non sono però riusciti ad entrare nei templi.

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LA SICUREZZA. La chiesa cattolica di San Giovanni e la chiesa di Cristo si trovano a poca distanza l’una dall’altra nel quartiere di Youhanabad, dove vivono circa 130 mila cristiani. «Le persone della polizia che stavano a guardia della chiesa cattolica hanno evitato la strage, impedendo all’attentatore di entrare», continua Chaudhry. «Per quanto riguarda la chiesa protestante, invece, sono riusciti a entrare nel compound. Se non ci fossero state le guardie sarebbero molte più persone ma la sicurezza doveva essere maggiore».

«PARTITA DI CRICKET». Questo è uno dei motivi per cui, soprattutto tra i giovani, serpeggia «tantissima rabbia». Secondo Ncjp, infatti, «al momento dell’attacco la sicurezza ridotta al lumicino era impegnata a guardare una partita di cricket, invece che fare il proprio dovere proteggendo le chiese. Se non fossero stati negligenti, molti cristiani non avrebbero perso la vita e le famiglie non avrebbero perso i loro cari».

TALEBANI. L’attentato, condannato anche da papa Francesco durante l’Angelus, è stato rivendicato dal gruppo talebano pakistano Jamaat-ul-Ahrar. Il loro portavoce ha scritto che «gli attacchi continueranno fino a quando non sarà imposta la sharia nel Paese». Dopo l’attentato, si sono scatenate proteste in tutto il paese: a Lahore due persone sospettate di essere collegate agli attentatori sono state linciate a morte. Manifestazioni si sono tenute anche a Karachi e Islamabad.

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«PROTEGGERE LE MINORANZE». «I giovani sono arrabbiati e sono scesi per strada a protestare», prosegue il direttore esecutivo di Ncjp. «Dopo l’attentato alla scuola di Peshawar, il governo aveva lanciato un piano per la sicurezza ma questo piano deve essere esteso, perché attentati contro le chiese come quello di ieri non avvengano più. Bisogna proteggere le minoranze religiose».

«CRISTIANI SPAVENTATI». L’attentato di ieri ricorda quello ancora più devastante alla chiesa di Tutti i santi di Peshawar del 2013, quando persero la vita più di 100 persone. Anche a Lahore, città che ha già conosciuto in passato molte persecuzioni, «i cristiani ora sono spaventati. La comunità teme per la sua sicurezza: chi ci garantisce che non avvengano altri attacchi come questo?».

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