PAPA/ Rose Uganda: i paladini dell’orgoglio gay non ci amano come Benedetto

INT. Rose Busingye domenica 16 dicembre 2012

Dopo le parole del Papa sulle nozze gay, i difensori dei diritti omosessuali tornano ad attaccare Benedetto XVI. Il pretesto stavolta è offerto dal fatto che giovedì il presidente del parlamento ugandese, Rebecca Kadaga, si è incontrata con il Santo Padre nel corso della sua visita in Italia. Secondo diversi quotidiani e siti web, il 12 novembre scorso Kadaga aveva dichiarato che avrebbe presentato un disegno di legge nel quale si prevedeva la pena di morte per i reati legati all’omosessualità. Il Codice penale dell’Uganda attualmente in vigore, come quello di altri 36 Paesi nel mondo, considera illeciti gli atti omosessuali. Ilsussidiario.net ha intervistato Rose Busingye, presidente e fondatrice del Meeting Point di Kampala, che cura donne malate di Aids.

Che cosa ne pensa delle parole del Papa che hanno scatenato le polemiche?

Benedetto XVI ha sempre amato la persona umana, cioè il suo valore e la sua dignità. Anch’io seguendo lui sono certa che l’uomo non è definito dalla sua debolezza e dalla sua fragilità, ma dal valore infinito che gli è stato dato da Dio. Quando curo le ragazze malate di Aids all’Avsi Point, lo faccio sempre a partire da questo presupposto.

Vale anche per le persone di tendenza omosessuale?

Sì. Ciò non vuol dire che allora l’uomo, essendo di valore infinito, sia autorizzato a sbagliare; vuol dire che quando cade non è definito dal suo sbaglio. Un uomo, partendo dal valore che ha, può essere educato a cambiare i suoi atteggiamenti e le sue fragilità. Proprio perché l’uomo non è un animale, se è educato può cambiare e vivere all’altezza della sua dignità

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