Papaboys 3.0 – Papa Francesco: aborto, delitto contro l’umanità

Papa Francesco, parla al Corpo Diplomatico.

Papa Francesco, parla al Corpo Diplomatico.

Sfogliando le testate giornalistiche, non si trova nessuna traccia di riflessione sul discorso di Papa Francesco al corpo diplomatico. In giro si leggono traflietti in 4 e 5 pagina, senza commentare le parole del Pontefice. Forse non sono politicamente corrette? Oppure appartengono alla categoria delle “parole scomode” che il mondo non vuole ascoltare e sentire? Papa Francesco, commenta Carlo Climati-, ha messo sullo stesso piano la gravità dell’aborto con quella dei bambini soldato e della tratta degli esseri umani. Questo è importante perché tante persone che si battono contro la piaga dei bambini soldato sono anche favorevoli all’aborto. Ma la gravità degli atti è la stessa.

Commenta Angela Ambrogetti: “Il Papa, che oggi si presenta come “divisa e lacerata”  per la “fragile coscienza del senso di appartenenza” e per le difficili condizioni in cui le famiglie vivono. Riprende i temi a lui cari dello spazio per gli anziani, delle necessità dei giovani, della cultura dell’incontro, della necessità della pace in Siria, Nigeria, Corea, Sud Sudan, parla della fame di chi non ha nulla, di quella “cultura dello scarto” che coinvolge le persone. E qui la parola si fa grido: “desta orrore il solo pensiero che vi siano bambini che non potranno mai vedere la luce, vittime dell’aborto, o quelli che vengono utilizzati come soldati, violentati o uccisi nei conflitti armati, o fatti oggetti di mercato in quella tremenda forma di schiavitù moderna che è la tratta degli esseri umani, la quale è un delitto contro l’umanità.” Aborto, bambini soldati, tratta di esseri umani. Per il Papa sono sullo stesso piano, sono delitti veri e propri. E quando si parla di delitti si parla anche di pene per chi li commette. Il Papa non lo sottolinea ma la scelta della parola è chiara. Non parla di delitto quando chiede che i profughi vengano accolti e chiede solidarietà e creatività sociale, e nemmeno quando richiama alla responsabilità per la custodia del creato e ricorda un detto popolare “la natura non perdona quando viene maltrattata” e ricorda le catastrofi naturali appena avvenute. La parola delitto ha un valore preciso, delitto contro l’umanità, contro l’uomo che è creatura di Dio, e quindi contro Dio stesso. Ecco cos’è l’aborto, ecco cosa significa usare i bambini come soldati, le persone come cose. Si sente in questo parole l’eco delle parole di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI.  Soprattutto sull’aborto, dramma sociale che qualcuno vuole trasformare in conquista di libertà.

Desta orrore il solo pensiero che vi siano bambini che non potranno mai vedere la luce. Una frase che ci coinvolge come società. “ È necessario- diceva Benedetto XVI nel febbraio del 2011- che la società tutta si ponga a difesa del diritto alla vita del concepito e del vero bene della donna, che mai, in nessuna circostanza, potrà trovare realizzazione nella scelta dell’aborto. Parimenti sarà necessario non far mancare gli aiuti necessari alle donne che, avendo purtroppo già fatto ricorso all’aborto, ne stanno ora sperimentando tutto il dramma morale ed esistenziale. Molteplici sono le iniziative, a livello diocesano o da parte di singoli enti di volontariato, che offrono sostegno psicologico e spirituale, per un recupero umano pieno. La solidarietà della comunità cristiana non può rinunciare a questo tipo di corresponsabilità. Vorrei richiamare a tale proposito l’invito rivolto dal Venerabile Giovanni Paolo II alle donne che hanno fatto ricorso all’aborto: “La Chiesa sa quanti condizionamenti possono aver influito sulla vostra decisione, e non dubita che in molti casi s’è trattato d’una decisione sofferta, forse drammatica. Probabilmente la ferita nel vostro animo non s’è ancor rimarginata. In realtà, quanto è avvenuto è stato e rimane profondamente ingiusto. Non lasciatevi prendere, però, dallo scoraggiamento e non abbandonate la speranza. Sappiate comprendere, piuttosto, ciò che si è verificato e interpretatelo nella sua verità. Se ancora non l’avete fatto, apritevi con umiltà e fiducia al pentimento: il Padre di ogni misericordia vi aspetta per offrirvi il suo perdono e la sua pace nel sacramento della Riconciliazione. Allo stesso Padre e alla sua misericordia potete affidare con speranza il vostro bambino. Aiutate dal consiglio e dalla vicinanza di persone amiche e competenti, potrete essere con la vostra sofferta testimonianza tra i più eloquenti difensori del diritto di tutti alla vita” (Enc. Evangelium vitae, 99)”.

E’ strano. Tutti quelli che sono favorevoli all’aborto, poi chiedono a gran voce il “diritto” all’adozione dei minori. Il regresso antropologico a cui siamo esposti, genera confusione.  In Italia, la lotta alla vita è identificata con la cultura cattolico-bigotta. Ha fatto “scalpore”, la notizia del battesimo di un bimbo di una coppia sposata civilmente. L’unica preoccupazione dei giornalisti, come sottolinea Climati, è quella di creare un’immagine sdolcinata del magistero pontificio: “La Chiesa ha sempre battezzato i bambini nati da persone sposate civilmente. Il Papa lo ha fatto ieri e alcuni mezzi di comunicazione hanno diffuso la notizia come una straordinaria novità di Papa Francesco. Cari colleghi giornalisti: in che mondo vivete?” Come mai nessuno ha ripreso il discorso di Bergloglio sull’inizio vita?  Intanto continuano gli attacchi alla famiglia naturale. Con l’approvazione del DDL omofobia, non sarà più possibile esprimere opinioni diverse (non contro) sul nuovo ordine sociale così come vogliono far credere i falsificatori della realtà. E’ inculcata l’idea: se sei a favore dell’aborto, in nome della libertà di scelta vivi nel progresso, mentre se difendi il diritto inalienabile alla vita l’accusa è quella di essere retrogradi oscurantisti.  E’ possibile essere a favore dell’aborto e poi come ho già specificato richiedere l’adozione? Ecco la risposta: “a qualcuno sembra impossibile rinunciare ai figli che desidera. Io lavoro in alcune comunità, vedo genitori che volontariamente rinunciano a tenere con sé i figli se capiscono che per un po’ è meglio così. Non è facile, ma questo è un atto d’amore enorme. Mi viene in mente la madre dell’episodio biblico di Salomone, che pur di non vedere il figlio morire è disposta a lasciarlo alla donna che mente, dicendo che il bambino è suo. Non si perde qualcosa così? No, perché la vera felicità di un genitore è quella del figlio. Si sente ripetere sempre più spesso che ciò che conta è solo l’amore. La parola amore è abusata, intesa come un sentimento generico. Ai figli non bastano i soldi, l’affetto, le attenzioni. Oggi i bambini sono pieni di cose materiali e di protezioni. Li immergiamo in vasi di miele in cui soffocano. Ma se li teniamo sempre in braccio non impareranno mai a camminare. Il bambino stesso desidera essere lanciato nel mondo dall’adulto che vuole imitare”. Chiunque vuole  leggere il discorso integrale di Papa Francesco, può cliccare nel link qui sotto. DonSa

Discorso del Santo Padre Francesco al Corpo Diplomatico:

http://www.vatican.va/holy_father/francesco/speeches/2014/january/documents/papa-francesco_20140113_corpo-diplomatico_it.html

Il Corpo Diplomatico, ascolta il discorso di Papa Francesco.

Il Corpo Diplomatico, ascolta il discorso di Papa Francesco.

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