Paul Bhatti: urgono passi concreti nel dialogo interreligioso in Pakistan

Domani nel Multan si terrà un convegno cui parteciperanno oltre 500 studiosi ed esperti dal Pakistan e stranieri. L’evento promosso dall’imam della moschea di Lahore. Per il consigliere speciale del premier è necessario superare “il dialogo sui grandi principi” ma promuovere elementi concreti; fra questi la lotta all’intolleranza e lo studio delle religioni, non di una sola fede.

Lahore (AsiaNews) – Il terreno comune di dialogo in Pakistan deve compiere “passi concreti”, partendo dalle “cause che sono alla base delle discriminazioni”; fra queste vi sono l’intolleranza, l’odio verso altre religioni, cui va unito il “miglioramento del grado di educazione”, anche religiosa, che deve aprirsi a tutte le fedi presenti nel Paese. È quanto afferma ad AsiaNews Paul Bhatti, consigliere speciale del Primo Ministro per l’Armonia nazionale, alla vigilia di un importante incontro che si terrà domani a Multan.

Syed Muhammad Abdul Khabir Azad, Grande Imam della moschea Badshahi di Lahore, ha infatti indetto una “conferenza universale di pace” organizzata con la collaborazione del Consiglio interreligioso. La conferenza si svolgerà all’interno della moschea di Multan e vedrà la partecipazione di oltre 500 studiosi provenienti da differenti scuole di pensiero, musulmani e non, provenienti dal Punjab, da altre zone del Pakistan e anche dall’estero. A questi si aggiungono rappresentanti di altre religioni, diplomatici, parlamentari e membri della società civile.

“Il mio obiettivo – attacca Bhatti – è sentire le proposte dei partecipanti al convegno e capire come si possa migliorare la situazione del Pakistan”, in cui vi è una situazione diffusa di “intolleranza e discriminazione, tanto che si uccidono le persone in nome della religione”. Per questo, spiega il consigliere speciale del premier Gilani, è necessario sottolineare anzitutto “il valore dell’essere umano in sé” e poi promuovere la fede che è parte di una sfera personale. “Vanno fatti passi concreti – sottolinea – perché non ha senso parlare di dialogo sui grandi principi, senza fare nulla di reale”.

Paul Bhatti è fratello di Shahbaz, cattolico, ministro per le Minoranze massacrato il 2 marzo 2011 dagli estremisti islamici per la battaglia a favore dei diritti dei non musulmani e la strenua opposizione alla legge sulla blasfemia. Per quanto concerne la “legge nera”, secondo il consigliere per l’Armonia nazionale è importante “colpire gli abusi e le violazioni” perpetrati in nome della norma. “Bisogna cambiare la mentalità dell’uomo – aggiunge – educare le persone e capire alla base cosa renda le persone violente e intollerati”.

Egli è convinto che i problemi della società pakistana sono “dovuti o aggravati” dalla sfera religiosa e per questo è necessario “sradicare la discriminazione” che viene da una fede o da un culto. Vi sono ad esempio “alcuni imam che predicano odio verso altre religioni” e che, nei loro sermoni, affermano che “a parte l’islam tutte le altre fedi sono false”. Le scuole devono inoltre “promuovere l’educazione religiosa e non una sola religione”; per questo è importante lo studio delle altre fedi e, terzo punto, gli studenti “devono conoscere i valori fondamentali delle altre religioni: islam, cristianesimo, induismo, buddismo, etc…”.

“Ho raccolto con passione e determinazione l’eredità di mio fratello Shahbaz – conclude Paul Bhatti – e ora intendo portare anche le mie convinzioni personali per adempiere alla missione cui sono stato chiamato”.(DS)

Fonte: Asia News.

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