Pedofilia. Per il Dsm V è solo un disordine | Tempi.it

febbraio 1, 2013 Benedetta Frigerio

Il Dsm V solleva molti dubbi. La definizione di pedofilia è molto ambigua. Essa è ritenuta una malattia solo nel caso in cui provochi “disagio” a chi prova attrazione fisica per i bambini.

Uscirà nel maggio 2013, ma oramai le revisioni fatte al Manuale diagnostico e statistico di disturbi mentali, il Dsm V, non potrà subire troppi cambiamenti. E l’impostazione generale rimane quella di considerare patologia tutto ciò che è dramma umano e dolore. Al contrario, l’invulnerabilità è considerata sinonimo di sanità mentale.

I CONTENUTI. Fra le patologie legate all’alimentazione, oltre all’anoressia o la bulimia, verranno inclusi tutti i “Binge eating disorder”, ossia “i disordini da abbuffata”, una definizione che comprenderebbe tutto ciò che un tempo era considerato semplice vizio o esagerazione. Anche la nuova definizione di pedofilia è ambigua. Prima considerata una patologia, ora è diventata un “disordine”. Sarà, infatti, ritenuta una malattia solo nel caso in cui provochi “disagio” a chi prova attrazione fisica verso i bambini o all’area sociale circostante al soggetto. Nel caso in cui la persona sia invece completamente anaffettiva, la sua tendenza non sarà da considerarsi patologica.
Anche il lutto diventa malattia. Il dolore provato per la perdita di un caro è considerato al pari della depressione.
Sono state respinte, e quindi non considerate patologie, il “disturbo di dipendenza sessuale” e l’“alienazione parentale”, sindrome che affligge molti figli di separati.

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