Pedofilia: un’ accusa che si ripete

L’attacco alla Chiesa sulla pedofilia, ritorna ad ogni piè sospinto. Anche l’elezione del nuovo papa è una scusa per tornare e ritornare mille volte sull’argomento. Ora la pedofilia da parte di uomini di Chiesa è un fatto, legato senza dubbio alla crisi della Chiesa stessa, soprattutto in epoca post-conciliare (e ciò dovrebbe porre un po’ più di domande ai cattolici sostenitori della “primavera della Chiesa”). Epperò il fenomeno è molto ma molto più circoscritto di quello che si vuol far credere. In proposito ho scritto un piccolo libro, in cui analizzo tra le altre cose una trentina di accuse di pedofilia finite nel nulla, e determinate da volontà di estorcere denaro o altro. Sono di questi giorni le indagini in Irlanda riguardo ai fatti delle cosidette Magdelene, che dimostrano che si sono raccontate un sacco di bugie. Ma l’esito di questa indagine è stato silenziato, mentre ogni accusa, anche non provata, viene gonfiata e rilanciata mille volte. Riporto un breve capitolo del libretto citato:

 http://www.ibs.it/code/9788882725860/agnoli-francesco/chiesa-pedofilia-colpe.html

L’accusa di pedofilia, con cui oggi si tenta di screditare la Chiesa, trasformando colpe singole in colpe collettive, gonfiando i dati e attaccando a senso unico, non è nuova. In particolare essa fu sostenuta dal nazismo, allo scopo di chiudere le scuole cattoliche e di indebolire l’opposizione della Chiesa al regime.

Tra il 1934 e il 1937 – scrive lo storico omosessuale George Mosse, in Sessualità e nazionalismo (Laterza, 1996) – la Germania celebrò processi pubblici contro sacerdoti e monaci accusati di reati contro il pudore, benché alla fine solo 64 dei 25.000 ecclesiastici tedeschi inquisiti poterono essere dichiarati colpevoli, sia pure da tribunali prevenuti”.

“L’enfasi data a un piccolo numero di crimini sessuali – aggiunge lo storico di Oxford M. Burleigh in In Nome di Dio (Rizzoli, 2007) – commessi nei pensionati cattolici o nelle case religiose, consentì ai nazisti di sostenere che la Chiesa cattolica era in balia dei demoni del sesso… La deliberata inflazione delle statistiche era uno dei sistemi preferiti dai nazisti per soffiare sul fuoco dell’isteria…”. Si arrivò al punto che il ministro Goebbels, il 28 maggio 1937, riferendosi proprio ai processi a religiosi, ebbe a dire: “Oggi parlo come il padre di una famiglia con quattro figli: la ricchezza più preziosa che possiedo. Parlo come un padre che può comprendere perfettamente come dei genitori possano sentirsi colpiti nel loro amore per il corpo e l’anima dei propri figli, e che cosa possano provare quei genitori che vedono il più prezioso dei loro tesori dato in pasto alla bestialità dei profanatori della gioventù. Parlo a nome di milioni (sic) di padri tedeschi”.

Otto anni più tardi Goebbels avrebbe avvelenato tutti i suoi figli. Timothy Ryback, che ha analizzato la biblioteca personale di Hitler, trovando in essa numerosissimi libri contro la Chiesa, di cui il dittatore era nemicissimo,  nota che in essa “ci sono circa 400 libri sulla Chiesa, quasi tutti sulla Chiesa cattolica. In questa sezione c’è anche parecchia pornografia, che dovrebbe illustrare presunte licenze del clero, reati come quelli inventati nei processi per immoralità che i nazisti hanno celebrato contro diversi sacerdoti nel culmine del loro attacco contro al Chiesa cattolica.  Molte note su questi libri sono volgari e grossolane…” (T. Ryback, La biblioteca di Hitler, Mondadori, 2008).

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