Per il giurista George “i conformisti sono in guerra con la chiesa” – [ Il Foglio.it › La giornata ]

“E’ in corso una persecuzione della chiesa cattolica”. E’ un j’accuse quello lanciato dal giurista di Princeton, Robert George, secondo il quale stiamo assistendo all’uso della filosofia della non discriminazione contro la stessa chiesa cattolica. Le polemiche attorno al Vaticano e agli abusi sessuali hanno spinto il celebre giurista a scrivere un pamphlet, “La coscienza e i suoi nemici”, in cui attacca il secolarismo liberal. Scrive George: “Vorrei che i liberal contemporanei fossero dei relativisti, ma essi sono dei moralisti”. Il docente di legge di Princeton è anche l’autore di “What is marriage?”, scritto assieme a Sherif Girgis e Ryan Anderson. Il documento di quaranta pagine, pubblicato sull’Harvard Journal of Law and Public Policy, la rivista giuridica americana più illustre, è schizzato in cima alla classifica dei testi accademici più scaricati di sempre del Social Science Research Network (al fianco di astrusi saggi di premi Nobel sulla macroeconomia e la teoria dei giochi). Nel libro “La coscienza e i suoi nemici”, il professore di Princeton sostiene che “i liberal vogliono plasmare la vita politica e sociale, e, per quanto possibile, la fede individuale, in linea con le loro convinzioni morali. Da qui la guerra condotta contro la chiesa cattolica, i cui insegnamenti morali sono in conflitto con le credenze liberal sullo stato della vita umana nascente, sulla natura e il significato del matrimonio, e sulla libertà religiosa”.

George è il più influente intellettuale conservatore americano. Titolare della cattedra che fu del presidente Woodrow Wilson, George convinse George W. Bush ad adottare la politica restrittiva per la ricerca sulle staminali embrionali. Il giudice della Corte suprema, Antonin Scalia, ha detto che Robert George è “il pensatore di cui si parla di più nei circoli giuridici conservatori”. Ma George è anche l’uomo che avrebbe convinto i vescovi americani (dall’arcivescovo di New York, Timothy Dolan, a quello di Washington Donald W. Wuerl) all’offensiva contro l’Amministrazione Obama sui temi etici. George è molto apprezzato anche dai suoi detrattori intellettuali. Elena Kagan, giudice progressista della Corte suprema, ha elogiato il giurista per “il potere analitico dei suoi argomenti e per l’ampiezza delle sue conoscenze”.

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