«Perché i cristiani in Egitto voteranno l’ex ministro di Mubarak»

di Leone Grotti

Oggi e domani gli egiziani vanno alle urne per scegliere il primo presidente del paese dalla caduta di Mubarak. Kristen Chick, inviata al Cairo, spiega: «I cristiani voteranno Moussa e l’esercito resterà forte

«Molti cristiani sono terrorizzati all’idea di che cosa potrebbe succedere se vincessero i Fratelli Musulmani, per questo daranno il loro voto ai candidati che promettono di tenere a bada gli islamisti». È molto semplice il ragionamento dei cristiani ricostruito per tempi.it da Kristen Chick, inviata al Cairo per il Christian Science Monitor.

Oggi e domani il popolo egiziano sceglierà il primo presidente da quando il rais Hosni Mubarak ha lasciato il potere. Che cosa significano queste elezioni per l’Egitto?

Per molti egiziani le elezioni sono il passo più simbolico e tangibile della transizione del potere dai giorni della rivoluzione. Da quando Mubarak è stato deposto, la situazione si è dimostrata molto caotica: i militari, che di fatto guidano il paese, hanno commesso molti errori, la violenza è stata enorme, non c’è sicurezza per le strade e la gente spera che eleggendo un presidente, l’Egitto potrà godere di una qualche stabilità. La gente spera che le cose così possano migliorare.

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