Perché il Festival del Cinema di Roma ha bocciato il film “Quel che resta” del terremoto del 1908 a Reggio Calabria e a Messina?

di Vincenzo Malacrinò

Mi chiedo se sia più giusto far conoscere e trasferire all’uomo i sentimenti e la storia oppure la banalità contenuta in alcuni film e in diversi programmi televisivi.

La risposta, è chiaro, dovrebbe tendere verso la prima soluzione ma, stranamente, oggi più che mai, si assiste ad una “svendita” dell’uomo e della sua stessa identità culturale tanto da vivere nell’invasione più barbara di programmi snaturati da ogni filo logico umano.

Si assiste ad un assottigliamento e a un voler assottigliare, a tutti i costi, la mente di tutti ed in modo particolare delle nuove generazioni.

Si può mai parlare di progresso e di sviluppo o di attenzione verso la crescita adolescenziale e la formazione umana se, ancora in questo nostro secolo, continuano ad andare in onda programmi in cui si manifestano, senza alcun pudore, relazioni sentimentali “svendute”?

Storie, in telenovele o in altro genere d programmi, seguite dalla stragrande maggioranza della gente, in cui si narra una mamma separata dal padre che decide di vivere con un altro uomo mentre con lo stesso ha un altro figlio e che successivamente ha deciso di vivere con l’amico del nuovo compagno per poi avere un altro figlio ancora che, stranezza della vita, si è fidanzato con la figlia del suo primo marito che intanto aveva deciso di convivere con un’altra donna!

Ebbene, cosa ci si può aspettare, come reazione da bambini o da giovani che osservano questo genere di eventi? Psicologicamente tenderanno a considerare questo genere di intrecci “normali”, anzi “di moda” tanto, magari, da emularli se non subito, col passare degli anni.

Poi come approcciarsi nei riguardi di una ragazzina di 12 anni che decide di uscire il sabato sera con il proprio ragazzo per tornare alle 4 del mattino dopo essere stata, giustamente, in discoteca e aver “esagerato” con le amiche?

Tutto deve essere permesso perché il termine “io voglio” esiste ed è consolidato.

Ovviamente non in tutte le famiglie si respira quest’aria anche se questi pochi esempi rappresentano una frangia di Italia e di un mondo che va in rotoli al di la di ogni regola e di ogni senso logico di affrontare il vivere.

Non è tutto permesso. Questo bisognerebbe insegnare alle nuove generazioni così come non si dovrebbe permettere la messa in onda film e trasmissioni insignificanti al posto di quelli che avrebbero parlato di storia, di sentimenti, di tragedie umane e di fatti realmente avvenuti.

Bene, questi film vengono “bocciati”. Ciò è accaduto nei giorni scorsi con “Quel che resta”, un film che parla dello sconvolgente terremoto avvenuto a Reggio Calabria e a Messina il 28 dicembre del 1908.

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