Perché l’ “ISIS” ha attaccato Kobane e la Turchia non l’ha difesa | VIETATO PARLARE

12 ottobre 2014

Quello che propongo di seguito è un articolo di Voce della Russia, forse qualcuno penserà ‘di parte’…. Prima leggetelo. Contiene informazioni sconosciute e non dette dai media. Sottolineo non ‘pareri’ o ‘posizioni’ ma informazioni. Fondamentali per una comprensione della vicenda Kobane. Perchè i media ci tacciono  queste cose?  (Vietato Parlare)

Quando gli alleati occidentali hanno chiesto ad Ankara di avviare un’operazione di terra contro le truppe dello Stato islamico, la Turchia si è trovata in una situazione difficile. Le truppe del “califfato” hanno preso d’assalto la città siriana di Kobane, e Ankara non vuole aiutare i suoi difensori.

Qual è la ragione? Kobane non è solo una città di provincia lungo il confine siriano con la Turchia, è la sede del Comitato Supremo dei curdi (DBK), il “governo provvisorio” dei curdi siriani. Esso è composto da rappresentanti delle due organizzazioni leader curde: il Consiglio nazionale curdo (KNC) e il Partito dell’Unione Democratica curda (PYD), che sono sostenitori della creazione dell’autonomia curda in Siria.

26037634In questo caso, il KNC sostiene attivamente il rovesciamento del regime di Bashar al-Assad, e il PYD, secondo gli esperti, hanno ricevuto il consenso di stabilire questa autonomia nelle regioni nord-orientali del Paese. La guida del PYD nega queste informazioni e afferma che si tratta di una “terza forza” indipendente. Ma questa situazione non cambia. Agendo sulla propria difesa le squadre del partito popolare (YPG) non consentono di trasformare in “loro” aree non solo jihadisti, ma anche le parti del Esercito Siriano Libero. Il secondo problema è che in Turchia il PYD è considerato il ramo siriano del fuorilegge, per via del separatismo in Turchia, Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK).

E in un recente discorso il presidente Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato apertamente: Per noi il PKK è la stessa cosa dell’ ISIS. Questo atteggiamento, ovviamente, vale anche per il PYD. Nel corso degli anni, il servizio segreto turco ha fatto del suo meglio per rimuovere la “sinistra” dall’avanguardia del movimento di liberazione nazionale curdo in Siria. Al momento della decisiva offensiva dell’ISIS sulla città di Kobane vi era un conflitto tra il consiglio nazionale curdo “KNC” e il Partito dell’Unione Democratica curda “PYD”. Secondo la KNC il comando YPG ha respinto la proposta di assistenza militare delle loro unità.

E secondo il PYD, gli alleati hanno rifiutato di aiutare gli stessi difensori della città. La seconda opzione appare la più plausibile. Nella creazione del Consiglio nazionale curdo, un ruolo attivo è stato svolto dal leader iracheno del Kurdistan Massoud Barzani. Egli non condivide le idee del PYD, ed è pronto ad espandere la sua influenza nelle tribù siriane. Inoltre vanta buoni rapporti con la Turchia.

Durante l’assedio di Kobane, ha ripetutamente affermato che segue con attenzione la situazione e ha chiesto aiuto per i gruppi curdi. Se in Siria nel Kurdistan occidentale il posto del PYD e del leader indipendente Saleh Muslim fosse occupato dal fedele alleato del Consiglio nazionale curdo, molti dei problemi nei rapporti con la Turchia probabilmente scomparirebbero.

E qui, gli alleati del PYD lasciano Cobane e i colloqui ad Ancara di Saleh Muslim finiscono con il fallimento. Muslim è contrario dell’introduzione delle truppe turche e della cooperazione con l’esercito libero siriano. La parte turca è contro la sua proposta di aprire checkpoint alle truppe dello YPG per ricevere aiuti umanitari e militari.

La polizia turca arresta decine di combattenti dello YPG, cercando di sfondare il confine e il comando afferma che, in caso di caduta di Kobane la Turchia non vuole perdite nei militanti dell’YPG. Il numero di vettime uccise durante i disordini in Turchia sembra aver superato il numero dei difensori caduti a Kobane. Ma i carri armati turchi difficilmente varcheranno il confine. Il comando delle truppe del “califfato” ha scelto di nuovo con precisione il luogo dove sferrare l’attacco e sa che a Kobane non rischia di venire toccato, anzi la loro presenza lì porta solto benefici. Un altra “teoria del complotto”? Possibile. O forse no.

fonte:  http://italian.ruvr.ru/2014_10_10/Perche-Lo-Stato-Islamico-ha-attaccato-Kobane-2053/

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