Perché la Francia ignora la violenza contro i cristiani? – Il Foglio

Chiese al rogo e croci divelte. Giugno e luglio i mesi con più casi di vandalismo

12 Agosto 2018 alle 06:00

Perché la Francia ignora la violenza contro i cristiani?

Foto LaPresse

Parigi. Sono dovuti intervenire quattordici pompieri per spegnere l’incendio che domenica scorsa avrebbe potuto ridurre in cenere la chiesa di Saint-Pierre, a Neuilly-sur-Seine, alle porte di Parigi. Nessuno si era accorto di quanto stava accadendo all’interno, fino a quando il caldo opprimente della capitale francese non ha spinto due passanti a entrare in chiesa per cercare un po’ di refrigerio. Varcato l’ingresso, come raccontato dal Parisien, le due persone hanno subito sentito un forte odore di fumo, poi hanno alzato lo sguardo accorgendosi che i libri di preghiere e gli opuscoli posti sul tavolo vicino all’entrata stavano bruciando: soltanto la loro prontezza nel chiamare i soccorsi ha permesso di evitare il peggio.

“Sono molto sorpreso da quanto accaduto, è un luogo molto calmo qui. Forse sono dei piccoli delinquenti che hanno approfittato delle vacanze per fare una bravata”, ha detto un fedele al Parisien. Forse appunto. Perché soltanto due settimane fa, le mura della sala parrocchiale della chiesa di Saint-Pierre-du-Martroi, a Orléans, sono state imbrattate con la scritta “Allah akbar”, il pianoforte del coro è stato ricoperto di varechina, sulle scale sono stati disegnati dei falli e se l’intero edificio non è stato devastato dall’incendio appiccato dai responsabili è solo per merito della prontezza dei pompieri locali.

Il Figaro, lo scorso anno, le ha chiamate “le profanazioni invisibili”, perché gli episodi di violenza nei confronti di persone, simboli e luoghi cristiani non suscitano nessun allarmismo nei giornali della gauche, non stimolano nessun grafico, tabella o dossier speciali da parte dei professionisti dell’indignazione. Eppure, in Francia, la religione cristiana è al primo posto nella classifica dell’odio antireligioso. Ogni giorno, è l’Osservatorio della cristianofobia a recensire gli atti ostili alla cristianità che pullulano nella cronaca locale, ma non meritano spazio nei templi del Progresso nazionale, troppo impegnati a denunciare la presunta islamofobia dilagante. Tra chiese incendiate e sacrestie profanate, quadri trafugati e croci divelte, preti aggrediti e lapidi danneggiate, giugno e luglio, con più di un episodio al giorno, sono stati tra i mesi peggiori degli ultimi anni secondo l’Osservatorio. A giugno sono stati trentaquattro gli atti cristianofobi repertoriati, il record, finora, per il 2018. E rispetto allo scorso anno, è stato registrato un aumento del 18,2 per cento.

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