Piccola riflessione sui simboli religiosi nei luoghi pubblici « Libertà e Persona

di Silvia Fattore

Quando si parla di religione e del rapporto che questa deve avere con uno Stato laico in effetti gli animi si scaldano subito, e passare dal dibattito alle offese è un attimo.
I casi della scuola materna di val dei Mocheni e della corona ai caduti di Levico in parte hanno contribuito in Valsugana a riaccendere il confronto. Anche in questa rivista l’argomento è stato affrontato più volte e si sono espressi diversi punti di vista.
In questo articolo, però, vorrei lasciare le polemiche da parte e raccontare una piccola storia vera. Non certo per far cambiare idea a qualcuno, ma solo per provare a spiegare perchè quando si toccano i simboli religiosi da parte dei cristiani (quelli veri) scatta la reazione.
Proprio l’altro giorno al telefono con il mio ragazzo discutevamo del crocefisso nei luoghi pubblici, e tralasciando i particolari, lui che non è credente, continuava a dirmi “ma cosa ti cambia se il crocefisso ce l’hai sulla tua scrivania o appeso al collo piuttosto che attaccato ad una parete, sei forse meno credente per questo?”

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