Piccole Note – Decapitazioni filmate

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L’Isis lan­cia i suoi mes­sag­gi crip­ti­ci. E lo fa in rete, moz­zan­do teste a gior­na­li­sti ame­ri­ca­ni. Con video che, come quel­lo ormai sto­ri­co della de­ca­pi­ta­zio­ne di Ni­cho­las Berg, hanno su­bi­to ana­li­si im­pie­to­se, al­cu­ne delle quali ne hanno messo in di­scus­sio­ne l’au­ten­ti­ci­tà. Im­pren­di­to­re delle te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni di ori­gi­ni ebrai­che, Berg fu cat­tu­ra­to dai fon­da­men­ta­li­sti pseu­doi­sla­mi­ci di Al Qaeda (l’i­slam è altra cosa, giova ri­pe­ter­lo) e sot­to­po­sto al ma­ca­bro ri­tua­le nel 2004. Anche Berg, come i due gior­na­li­sti ame­ri­ca­ni de­ca­pi­ta­ti in que­sti gior­ni, in­dos­sa­va una tuta aran­cio­ne in stile pri­gio­nie­ro Usa (Guan­ta­na­mo, Abu Gh­raib e al­tro­ve). Ci fu­ro­no al­lo­ra dei com­plot­ti­sti che ana­liz­zan­do il video e cu­rio­san­do sui di­ver­si par­ti­co­la­ri pre­sen­ti nel fil­ma­to, ipo­tiz­zò ap­pun­to una messa in scena, fino a in­di­vi­dua­re il luogo del­l’as­sas­si­nio nella pri­gio­ne ame­ri­ca­na di Abu Gh­raib. Com­plot­ti­sti ap­pun­to.

La cosa si è ri­pe­tu­ta in altri ter­mi­ni con la de­ca­pi­ta­zio­ne del gior­na­li­sta James Foley. Sta­vol­ta a met­te­re in scena il ma­ca­bro ri­tua­le, con pe­ri­zia hol­ly­woo­dia­na come no­ta­no i media, i car­ne­fi­ci dell’Isis (da non con­fon­de­re con il meno noto Sis, Se­cret in­tel­li­gen­ce ser­vi­ce, altro nome dello MI6 bri­tan­ni­co). Nel video una mi­nac­cia al­l’A­me­ri­ca e a Obama in par­ti­co­la­re. Sta­vol­ta i ta­glia­go­le si sono pre­mu­ni­ti di an­nul­la­re il fon­da­le della scena del cri­mi­ne: un video scar­no e senza punti di ri­fe­ri­men­to se non il de­ser­to, che l’am­mi­ni­stra­zio­ne Usa si era detta in­ten­zio­na­ta a far spa­ri­re dalla rete per ra­gio­ni uma­ni­ta­rie (e forse evi­ta­re le con­get­tu­re dei so­li­ti com­plot­ti­sti). No­no­stan­te le pre­oc­cu­pa­zio­ni delle au­to­ri­tà Usa il video è di­la­ga­to nel web e tanti au­to­re­vo­li ana­li­sti, sta­vol­ta non i so­li­ti com­plot­ti­sti ma esper­ti fo­ren­si in­ter­na­zio­na­li, hanno con­clu­so si trat­ta­va di un falso, una ma­ca­bra messa in scena, stan­te che al mo­men­to della de­ca­pi­ta­zio­ne non c’è trac­cia di san­gue e che i suoni emes­si dalla vit­ti­ma sono in­com­pa­ti­bi­li con quel tipo di sup­pli­zio. Si è con­clu­so quin­di, ne ac­cen­na­va il Cor­rie­re della Sera gior­ni fa, che si trat­ta di una messa in kYKBB.AuSt.69scena: il gior­na­li­sta era stato co­stret­to a si­mu­la­re la de­ca­pi­ta­zio­ne, ri­pre­sa prima di es­se­re uc­ci­so sul serio. Resta la stra­nez­za e l’in­spie­ga­bi­li­tà di que­sto modus ope­ran­di di ter­ro­ri­sti che in ge­ne­re sono al­quan­to spic­ci nel ta­glia­re teste, come di­mo­stra­no tanti tra­gi­ci video dif­fu­si in rete dove a mo­ri­re sono po­ve­rac­ci.

Un’ul­te­rio­re par­ti­co­la­ri­tà ri­guar­da il video del­l’al­tro gior­na­li­sta de­ca­pi­ta­to, Ste­ven So­tloff, di ori­gi­ni ebrai­che. L’uo­mo ap­pa­re in due video: quel­lo della de­ca­pi­ta­zio­ne di Foley, nella quale l’as­sas­si­no spie­ga ai suoi lon­ta­ni in­ter­lo­cu­to­ri che8e8e93b3c093e2 So­tloff sarà la pros­si­ma vit­ti­ma made in Isis, e l’al­tro in cui il cro­ni­sta è, pur­trop­po, il tra­gi­co pro­ta­go­ni­sta.

Un ar­ti­co­lo del Cor­rie­re della Sera del 4 set­tem­bre det­ta­glia come esper­ti ana­li­sti, con­fron­tan­do i due fil­ma­ti, ab­bia­no no­ta­to che l’uo­mo è stato de­ca­pi­ta­to al­cu­ni gior­ni dopo l’ap­pa­ri­zio­ne nel primo video. Il mo­ti­vo, spie­ga­no gli ocu­la­ti esper­ti, è che nel se­con­do video la vit­ti­ma ap­pa­re con ca­pel­li più lun­ghi e barba. In real­tà il par­ti­co­la­re più evi­den­te è che il volto ap­pa­re sma­gri­to, tanto che i trat­ti so­ma­ti­ci ap­pa­io­no quasi ir­ri­co­no­sci­bi­li a una prima oc­chia­ta. Il bri­tan­ni­co Paul Jo­se­ph Wa­tson, sul sito in­fo­wars, fa no­ta­re che anche in que­sto video non c’è san­gue e che So­tloff legge il suo co­mu­ni­ca­to, det­ta­to dal­l’I­sis ov­via­men­te, con una calma in­na­tu­ra­le per una per­so­na che sta per es­se­re as­sas­si­na­ta in una ma­nie­ra tanto ef­fe­ra­ta. E in ef­fet­ti a ve­de­re il video, So­tloff sem­bra un im­pie­ga­to di banca che spie­ga a un clien­te le mo­da­li­tà per apri­re un conto cor­ren­te. Sarà che i gior­na­li­sti ame­ri­ca­ni hanno una tem­pra d’ac­cia­io, ma in ef­fet­ti il con­tra­sto tra quel­la calma e il dram­ma che va a com­pier­si pro­du­ce un ef­fet­to stra­nian­te (1).

Si­cu­ra­men­te que­ste de­ca­pi­ta­zio­ni se­ria­li (nel­l’ul­ti­mo video la mi­nac­cia di uc­ci­de­re un altro gior­na­li­sta, sta­vol­ta bri­tan­ni­co) spin­ge gli Usa (in par­ti­co­la­re il guer­rie­ro ri­lut­tan­te Obama) e i suoi al­lea­ti a un ruolo più as­ser­ti­vo in zona. Da ve­de­re se li co­strin­ge­rà anche a ri­ve­de­re certa po­li­ti­ca di ta­ci­ta con­ver­gen­za con Siria e Iran, ri­te­nu­ti fi­no­ra da al­cu­ni am­bi­ti oc­ci­den­ta­li na­tu­ra­li al­lea­ti, con le dif­fi­den­ze del caso, con­tro il ne­mi­co co­mu­ne. Come ta­ci­to al­lea­to è il Pkk curdo, con base turca e si­ria­na, quel­lo che più sta re­si­sten­do al­l’I­sis. Altra cosa ri­spet­to ai curdi ira­che­ni, i fa­mo­si pesh­mer­ga be­nia­mi­ni dei media – le­ga­ti al­l’Oc­ci­den­te dai tempi del­l’in­va­sio­ne del­l’I­raq – che fi­no­ra non hanno bril­la­to nel con­tra­sto (il Kur­di­stan di cui tanto si parla ha varie anime…).

A ese­gui­re le ese­cu­zio­ni dei gior­na­li­sti Usa pare sia stata la stes­sa per­so­na, uno dei quat­tro Bea­tles, mi­li­zia­ni isla­mi­ci re­clu­ta­ti in Gran Bre­ta­gna. Una leg­gen­da me­tro­po­li­ta­na vuole che il noto grup­po rock aves­se sim­pa­tie sa­ta­ni­che (can­zo­ni che ascol­ta­te al con­tra­rio di­ven­ta­no inni a Sa­ta­na, co­per­ti­na di un disco con foto del noto sa­ta­ni­sta Alei­ster Cro­w­ley e via di­cen­do). Nel caso spe­ci­fi­co pur­trop­po non si trat­ta di leg­gen­de, dal mo­men­to che il sa­ta­ni­smo, ov­ve­ro la per­ver­sio­ne re­li­gio­sa, può es­se­re utile a spie­ga­re molto di quan­to sta ac­ca­den­do in quel­l’o­scu­ro an­go­lo di mondo.

Dopo l’ac­ca­du­to il pre­mier bri­tan­ni­co Ca­me­ron ha dato or­di­ne di con­trol­la­re i flus­si in usci­ta dei tanti mi­li­zia­ni isla­mi­ci re­clu­ta­ti nel suo Paese. È un flus­so che dura da tempo e che ha in­te­res­sa­to oltre l’In­ghil­ter­ra altri Stati oc­ci­den­ta­li, tanto che la “le­gio­ne” del­l’I­sis an­no­ve­ra mi­glia­ia di mi­li­zia­ni no­stra­ni. La­scia­ti ri­flui­re con la com­pli­ci­tà dei ser­vi­zi e delle forze di po­li­zia, che chiu­de­va­no tran­quil­la­men­te gli occhi sul loro ar­ruo­la­men­to clan­de­sti­no fin­ché an­da­va­no a sgoz­za­re cri­stia­ni o scii­ti in Siria e al­tro­ve, oggi sono con­si­de­ra­ti un pe­ri­co­lo. Me­glio tardi che mai, forse. Sem­pre che dav­ve­ro si prov­ve­da a chiu­de­re que­sti flus­si. Nu­tri­re dubbi in pro­po­si­to, stan­te il pre­gres­so, è le­git­ti­mo.

Resta la fol­lia del­l’I­sis, nuovo mo­stro sca­te­na­to in Medio Orien­te e le tante op­zio­ni in campo per ten­ta­re di ar­gi­nar­lo da parte della co­mu­ni­tà in­ter­na­zio­na­le. Ad oggi non si in­tra­ve­de al­cu­na stra­te­gia, solo tanta ri­so­lu­ta con­fu­sio­ne. E nella con­fu­sio­ne il mo­stro pro­spe­ra. Se­con­do i de­si­de­ra­ta di quan­ti lo hanno sca­te­na­to. Ma sul punto tor­ne­re­mo, pur­trop­po que­sta crisi è de­sti­na­ta a du­ra­re tempo.

 

 

(1) Sia con­sen­ti­ta in una po­stil­la così dram­ma­ti­ca una nota di co­lo­re. I video delle de­ca­pi­ta­zio­ni che si tro­va­no in rete, pub­bli­ca­ti da siti e gior­na­li, sono pre­ce­du­ti dalla so­li­ta pub­bli­ci­tà au­to­ma­ti­ca, quel­la che non puoi sal­ta­re se vuoi ve­de­re il fil­ma­to. Fa un ef­fet­to stra­nian­te es­se­re co­stret­ti a in­du­gia­re su ré­cla­me di oro­lo­gi e altro prima di ve­de­re un tizio ve­sti­to di nero che sgoz­za per­so­ne. L’ef­fet­to più tra­gi­ca­men­te esi­la­ran­te l’ab­bia­mo avuto guar­dan­do una de­ca­pi­ta­zio­ne pre­ce­du­ta dalla pub­bli­ci­tà di un far­ma­co con­tro il mal di testa… Forse ser­vi­reb­be­ro cor­ret­ti­vi.

Fonte: Piccole Note – Decapitazioni filmate.

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