Pistelli: aiutiamo i cristiani a rimanere | Mondo | www.avvenire.it

«Vogliamo che l’Iraq rimanga uno Stato unitario e lo testimonieremo anche manifestando la nostra solidarietà politica ai nuovi vertici del Paese». Così il viceministro degli Esteri, Lapo Pistelli, alla vigilia di una missione che lo porterà a Baghdad ed Erbil. Prima Pistelli farà tappa anche nella Striscia di Gaza, accompagnando il volo umanitario che l’Italia ha predisposto a sostegno della popolazione palestinese.

Nella capitale irachena, Pistelli incontrerà il presidente neo eletto, Fouad Masum, il vice primo ministro e il ministro degli Esteri iracheni. Una visita che permette all’Italia di muovere una nuova pedina sullo scacchiere mediorientale, occupando una casella semivuota: «Essere lì in un momento in cui non c’è la fila», e dove di visite istituzionali internazionali non ve ne è nemmeno l’ombra, «non è certo un caso », ha sottolineato Pistelli secondo cui il miglior sostegno che l’Italia può dare ai cristiani in fuga da Mosul e dal nord dell’Iraq è quello di aiutarli a rimanere nel Paese. Perché vedere ridisegnata la mappa di un Medio Oriente monocolore e religiosamente uniforme secondo il volere di Ibrahinm abu Bakr al-Baghdadi, è quanto di più pericoloso
ci possa essere.

A Erbil, cuore del Kurdistan iracheno, l’Italia porterà infatti «la sua solidarietà politica al governo regionale che si sta facendo carico di un doppia emergenza: quella delle migliaia di profughi siriani e quella dei cristiani, in fuga da Mosul e dalla piana di Ninive». A loro la cooperazione italiana porterà generi di prima necessità.

Quanto ad aiutare i cristiani concedendo visti di asilo per chi volesse lasciare il Paese tramite il Kurdistan iracheno come ha fatto sapere di volere fare la Francia? Il governo Renzi frena. «L’asilo – replica Pistelli
– significa garantire un certo livello di protezione internazionale a chi arriva. E l’Italia ha già le sue difficoltà a gestire i potenziali richiedenti asilo che giungono a migliaia dalla Libia sui barconi».

A Erbil l’Italia aprirà comunque un Consolato generale. «Il governo regionale curdo rappresenta un’isola quasi felice in un quadro così disastrato e dove girano comunque interessi economici e molte aziende italiane sono interessate a investire». Lo sfondamento a Nord delle forze dello Stato Islamico del Califfo nero e la conquista di nuovo territorio e petrolio fa temere però il peggio: il rischio di una “contaminazione” del Libano. «Non credo che il Libano sia il prossimo bersaglio dell’Isis», conclude Pistelli. «Lì la presenza Unifil è forte». Le forze islamiste di al Baghdadi vanno fermate «lì dove si stanno espandendo. Ovvero in Siria e Iraq».

Fonte: Pistelli: aiutiamo i cristiani a rimanere | Mondo | www.avvenire.it.

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