POLEMICHE/ Così L’Espresso arruola Küng per attaccare il Papa

mercoledì 19 dicembre 2012

Che la figura di Benedetto XVI venga periodicamente resa oggetto di offensive di stampo anticlericale non è fatto che possa odiernamente stupire, si tratta piuttosto di un atteggiamento culturale che si è affermato a partire dal celebre discorso di Ratisbona del papa del settembre del 2006, a poco più di un anno dall’elevazione al soglio pontificio. La più recente polemica apparsa in Italia si deve all’intervista rivolta al noto teologo Hans Küng, diffusa da L’Espresso in occasione della pubblicazione del suo volume Dio esiste?; un intervento che, di primo acchito, sembrerebbe piuttosto voler essere una reazione all’uscita del volume di papa Benedetto XVI su L’infanzia di Gesù.

Le tesi di Küng sono peraltro ben note, non solo alla comunità teologica mondiale, avendo egli favorito negli ultimi anni la diffusione delle proprie idee attraverso anche i media generalisti: già alla morte di Giovanni Paolo II nel 2005, il sacerdote svizzero aveva espresso una critica accesa al lungo pontificato di questi, reo a suo avviso di aver centralizzato la Chiesa cattolica sulla Santa Sede, favorendo un processo di irrigidimento dottrinale ad intra che l’avrebbe fatta ritornare al cliché preconciliare di istituzione omnipervasiva, secondo il modello proprio del cattolicesimo nazionalista polacco. Il teologo elvetico sarebbe stato in seguito molto duro anche sull’inizio del pontificato di Joseph Ratzinger, a suo avviso fondato su di una visione astrattamente gerarchica della Chiesa e non sul modello di “popolo di Dio”, pur avendo accettato nello stesso anno dell’elezione di incontrarlo e confrontarsi anche apertamente sulle più delicate e incisive tematiche ecclesiologiche e pastorali.

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