Principi non negoziabili che magicamente diventano negoziabili

Continuano le interpretazioni riduttive dei “principi non negoziabili”. Riduttive significa, alla fine, tali da poter giustificare tutte le scelte politiche e partitiche, cosa che, invece, i principi non negoziabili non permettono. Mi riferisco questa volta all’articolo di Antonio Maria Baggio dal titolo “I principi non negoziabili: verità e strumentalizzazioni”, pubblicato su “Nuova Umanità”, la rivista scientifica promossa dal Movimento dei Focolari.

Baggio ne parla assai bene dei principi non negoziabili, però anche li smorza finendo per concludere per una loro “negoziabilità”. Non negoziabili, invece, vuol proprio dire non negoziabili. Implicano un: “non posso!”.

Queste verità – egli dice – “non devono essere considerate come degli idoli intoccabili, ma vengono sempre comprese meglio nel corso della storia: ogni generazione di cittadini ha il dovere di interrogarsi intorno ai contenuti e alla formulazione di tali fondamenti” perché comprendere non è negoziare. Però poi conclude dicendo: “Il momento di negoziare, poi, verrà, come è necessario, nei luoghi istituzionalmente deputati a farlo, e si concluderà con una decisione presa a maggioranza”. Questa è la “saggezza della democrazia, che impone di prendere una decisione perché la società ne ha bisogno; e tutti accettano la decisione della maggioranza, proprio perché con essa non si pretende di aver stabilito una verità”.

Procediamo con calma. E’ vero che i grandi assoluti etici si apprendono nella storia. In quale altra dimensione viviamo se no? Però la coscienza morale dell’umanità arriva a comprendere delle verità etiche valide sempre e in ogni caso, quindi aventi un valore morale assoluto. Nella storia, anche per il decisivo apporto della Rivelazione, si apprende qualcosa che supera la storia.

La maggioranza democratica non stabilisce la verità. Questo anche Baggio lo riconosce. Poi però fonda proprio su questo il fatto che tutti devono accettare una decisione presa a maggioranza, escludendo perfino l’obiezione di coscienza. La democrazia viene qui assolutizzata, non perché essa pretenda di incarnare la verità ma, al contrario, perché non lo pretende: per questo le sue decisioni devono essere accettate da tutti. La democrazia non determina la verità, ma ha a che fare con la verità, che ne giudica le decisioni. Per questo il cattolico si ritirerà dalle istituzioni “deputate a negoziare” quando la negoziazione vertesse su cose non negoziabili, non a sua disposizione.

Ma i principi non negoziabili quali sono? Secondo Baggio essi sono quelli elencati dalla Nota Ratzinger del 2002. Concordo. Dice poi che devono essere presi tutti insieme, non ne esistono di primari o di secondari e devono essere adoperati con prudenza. Essi esprimono “l’intera visione dell’essere umano”, che è sempre difficile da mettere a fuoco, tanto è vero che esistono molti partiti, consapevoli ognuno della propria parzialità.

Cliccare sul link per continuare a leggere: Rassegna stampa – Centro Cattolico di Documentazione di Marina di Pisa – Principi non negoziabili che magicamente diventano negoziabili..

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