Punire l’omofobia, rispettare le opinioni | Da Porta Sant’AnnaDa Porta Sant’Anna

Dopo la pubblicazione dell’articolo-commento nel mio blog, sull’approvazione della legge sull’omofobia in risposta a Scalfarotto, si è scatenato nel web il dibattito, che nelle risposte di alcuni è stato violento e poco rispettoso. Accanto alle contestazioni sono arrivati segni positivi di accoglienza alle obiezioni presentate nella riflessione. Tante volte si legge male, giudicando da poche righe e per luoghi comuni. Il dialogo parte dalla conoscenza. Chi comincia ad attaccare solo per “sentito dire”, non serve la Verità, ma la strumentalizza secondo i  propri fini ed idee. Vorrei precisare con assoluta franchezza: ogni uomo di qualsiasi tendenza o come ormai si usa dire  “di qualsiasi genere” (ahimè), è degno del rispetto umano, sociale e culturale. Dal rispetto nasce la conoscenza e l’accoglienza dell’Altro al di là delle sue convinzioni religiose, umane e politiche. Dissentire dalla legge sull’omofobia, non significa essere “omofobi”, “retrogradi”, “oscurantisti” o peggio ancora “schierarsi contro una parte dell’umanità”, così come mi è stato scritto. Il diritto alla parola è la base della democrazia. Ogni parte in questione, è chiamata secondo la visione dottrinale da cui parte, ad esprimere parole di consenso o di condanna. La visione a cui mi riferisco,- tanto avversata dalla nuova ideologia del gender che ha permeato il tessuto culturale e politico dell’Europa-,  parte dall’antropologia naturale su cui si è sviluppata da sempre la vita umana. Alterare lo sviluppo della natura, con le esigenze egoistiche e sociali dell’uomo, causa danni irreparabili. Dunque, la dialettica di pensiero costruita nel confronto sui temi importanti non è questione di vincitori o vinti, oppure di  discriminati o non discriminati. E’ dialogo serrato , duro, capace di produrre il “bene dell’uomo”. Ogni violenza deve essere condannata con forza. La legge ha il dovere di tutelare i più deboli garantendo loro i diritti fondamentali. Ideologizzare i costumi, trasformandoli in diritti umani, produce lo smantellamento del tessuto umano. Il DDL è una prova schiacciante del travisamento di cui ho parlato sopra. Ecco i punti:

1. coloro che sollecitassero i parlamentari della Repubblica a non introdurre nella legislazione il “matrimonio” gay; 2. coloro che proponessero di escludere la facoltà di adottare un bambino a coppie omosessuali; 3. coloro che pensassero di organizzare una campagna di opinione per contrastare l’approvazione di una legge sul “matrimonio” gay; 4. coloro che pubblicamente affermassero che l’omosessualità è contro le Sacre Scritture; 5. coloro che pubblicamente dichiarassero, per un proprio pensiero religioso, che gli atti compiuti dagli omosessuali «sono intrinsecamente disordinati»; 6. coloro che pubblicamente sostenessero che gli atti compiuti dagli omosessuali sono «contrari alla legge naturale», poiché «precludono all’atto sessuale il dono della vita e non costituiscono il frutto di una vera complementarietà affettiva e sessuale» (come per esempio afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica al N.2357); da questi punti, nascono tanti interrogativi. Primo tra tutti: lo stato dovrà allargare le carceri. Ogni cittadino che infrange le regole, sarà condotto in prigione, come già avviene in Francia.  Sotto l’omofobia, è nascosto il reato d’opinione, tanto avversato in passato da quelli che oggi vorrebbero l’approvazione definitiva della legge.  Lo sappiamo bene: nessuno è contrario all’istituzione di provvedimenti più severi contro gli omofobi violenti.

Stabilendo per legge che ogni individuo è del sesso a cui crede di appartenere e non a quello a cui realmente appartiene, interviene eccome sull’etica naturale. Così come interviene sull’etica (oltre che su altre cose importanti) l’idea che possa essere equiparato a un omofobo anche chi domani volesse battersi pubblicamente e democraticamente contro l’ideologia del gender. Senza contare che questa legge si presenta chiaramente come una testa di ponte per aprire alle nozze gay, all’adozione per le coppie omosessuali e a una serie di altri provvedimenti che intervengono eccome sui “valori non negoziabili”, oltre che sull’assetto futuro della società della società”.

Gli onorevoli Eugenia Roccella e Alessandro Pagano, hanno commentato nel comunicato stampa a fine lavori: “La Commissione Giustizia della Camera ha approvato il testo sulla omofobia non rispettando le prerogative dei parlamentari che – ove ne facciano esplicita richiesta – hanno diritto all’esame dei singoli emendamenti. Il metodo e’ parso subito coerente con la introduzione di una fattispecie di reato d’opinione attraverso l’estensione della legge Mancino – disegnata per la repressione del razzismo – alla omofobia e alla transfobia. Il vizio della norma e’ pertanto originario e non può essere rimediato se non riprendendo la tesi del ddl Brunetta- Carfagna, tradotto in emendamento Costa-Carfagna, che ipotizza l’omofobia quale aggravante collegata ai reati contro la persona. Il nostro impegno quindi continua nel nome di elementari principi di libertà, messi in discussione dalla norma e dalla prevedibile giurisprudenza che ne potrebbe conseguire”. Vorrei ribadire a questo punto alcuni concetti: ll testo sull’omofobia prodotto dalla Commissione Giustizia della Camera è irricevibile per coloro che credono nel diritto naturale e nella libertà di opinione. Si è voluto falsare il tema condiviso della tutela della dignità di ogni persona, con riferimento anche all’orientamento sessuale, per tradurlo in una legge ideologica divisiva. L’applicazione della legge Mancino, -come specificato dagli onorevoli-, che colpisce ogni azione od opinione di tipo razzista, conduce a criminalizzare ogni opinione critica sulla omosessualità e sui “diritti” che alcuni ad essa vorrebbero connettere. Non sarà quindi sufficiente la semplice attenuazione del reato di opinione se questo rimane confermato, anche perchè nel nostro paese non è difficile immaginare quali potrebbero essere gli esiti giurisprudenziali.

Sottolineo, per concludere la riflessione di Neve Silente: “Quando la legge per il reato di omofobia sarà approvata in Italia e la useranno veramente per lo scopo per cui è nata, tacitare tutte le proteste contro chi si è peso il diritto di farti tacere a prescindere solo perché non gli piaci, voglio contare ancora quanti difensori ci saranno di una palese deviazione del diritto in favore di reati che non esistono. Perché un conto è la violenza contro l’individuo o il razzismo, già sanzionati dalla legge italiana, un altro è idealizzare la vittoria dell’annullamento del genere. I filosofi greci, difensori dell’amore omosessuale tra le altre cose, non avrebbero mai immaginato di negare la naturale (e sottolineo naturale) diversità tra uomo e donna, perché è di questo che stiamo realmente parlando. Non di altro”.

Don Salvatore Lazzara

Fonte: Punire l’omofobia, rispettare le opinioni | Da Porta Sant’AnnaDa Porta Sant’Anna.

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