Pussy Riot e le altre: sfida a Cristo più che a Putin | Papalepapale.com

A leggere già solo i maggiori siti di informazione italiani è stato tutto uno stracciarsi le vesti per la solita mano pesante del dittatore Putin, che soffoca il dissenso alla faccia di democrazia e diritti umani. Eh no! Qui non stiamo parlando affatto di emule di Anna Politkovskaja. Il reale motivo del contendere: il vilipendio, l’offesa e la profanazione di uno dei luoghi più sacri del cristianesimo ortodosso. Nella terra di San Tommaso Moro le tre avrebbero potuto fare la stessa fine che nella Mosca “neoassolutista”. Il loro uniformarsi alla facile moda della profanazione di segni e simboli cristiani suscita l’approvazione della maggioranza. Stessa storia per Femen, Lady Gaga, Madonna. Ma le pasionarie al borscht hanno fatto male i conti: la Russia non si è ancora trasformata in un Occidente qualsiasi apostata di se stesso. Nonostante l’opposizione della vera dittatura contemporanea: il famigerato “politicamente corretto”. La profezia di Dostojevskji.

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