Qatar, filippini condannati a morte ed ergastolo “perchè sono sacerdoti cristiani” – Vatican Insider

Manila parla di “violazione della libertà di religione”. Accusati di spionaggio, la decisione sarebbe avvenuta a seguito della scoperta che erano pastori protestanti.

Maurizio Molinari – corrispondente da GERUSALEMME

I tre cittadini filippini condannati in Qatar come “spie straniere” in realtà sono pastori protestanti di chiese “born again” e Manila parla di “lampante violazione della libertà di religione”. I tre filippini sono in prigione dal 2010 e, secondo fonti di Manila, la detenzione fu una conseguenza del riassetto amministrativo nella Qatar Petroleum perché portò al licenziamento di un top manager a loro vicino.

Ma la decisione delle autorità dell’Emirato di prolungare la detenzione, sempre secondo fonti filippine, sarebbe avvenuta a seguito della scoperta che i tre erano dei sacerdoti cristiani e dunque le accuse nei loro confronti sono state rielaborate affiancando “sabotaggio economico” a “spionaggio” portando a una sentenza di condanna a morte e due di ergastolo.

“Ci troviamo di fronte a una violazione dei più basilari diritti degli individui” dichiara Charles Jose, portavoce del ministro degli Esteri di Manila, secondo cui i tre “hanno categoricamente smentito ogni attività di spionaggio” e non vi sarebbero prove a loro carico. Ma le autorità del Qatar ribattono che le indagini condotte fra il 2009 e il 2010 hanno portato ad appurare che i tre “consegnarono a ufficiali dell’intelligence filippina informazioni di armamenti, aerei e documenti top secret” puntando in particolare a divulgare segreti dell’industria energetica e dell’aviazione militare.

La richiesta di liberazione dei tre condannati è stata respinta dalla Corte d’Appello di Doha e la prossima udienza è prevista per ottobre.

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