Quando il catechismo diventa “illegale” – Da Porta Sant’Anna

Ha fatto e fa discutere la notizia per cui Scott Kent (nella foto sotto), ministro dell’istruzione di uno stato canadese, precisamente lo Yukon, ha posto il veto all’insegnamento della catechismo della Chiesa cattolica ed in particolare della dottrina sull’omosessualità in tutti gli istituti cattolici che ricevo fondi da parte dello Stato. Il tutto con una lettera pubblica inviata pochi giorni fa al vescovo Gary Gordon. Il ministro ha sentenziato: l’insegnamento non deve essere più fornito!

SCOTT KENT

Il tutto non è stato casuale perché agli inizi di marzo il prelato aveva inviato una lettera a una scuola cattolica ricordando l’insegnamento sull’omosessualità e la posizione della dottrina, peraltro sottolineando l’atteggiamento di profondo rispetto e lo scarto di ogni discriminazione. Gordon si è poi reso disponibile nell’espungere dal sito web della scuola un documento relativo alla dottrina della Chiesa sull’omosessualità. Ciò però non è bastato.

Ora, probabilmente è difficile spiegare compiutamente quanto è successo in ottica diversa dalla nostra italiana, in cui l’insegnamento della dottrina anche nelle scuole pubbliche è stato sancito ed è tuttora governato da Concordato del 1984. In Canada magari è diverso il sistema. Certo che non si comprende come tale inibizione dell’insegnamento del catechismo si esplichi nei confronti di una scuola cattolica, per cui appare fondamentale l’insegnamento del medesimo, anzi, esso ne costituisce un pilastro fondamentale.

Sarebbe un po’ come togliere l’insegnamento del diritto alla facoltà di giurisprudenza, oppure quello del corpo umano alla medicina e così via. Va bene, i più attenti potrebbero dire: la scuola riceve fondi pubblici e quindi questo “potere di veto” trae una ragion d’essere ed è legittimato. Forse è così.

Ma forse no.  Lo Stato deve infatti rispettare, sulla base dei principi morali universali figli della cultura occidentale, i valori in cui ognuno crede e pertanto anche le scelte individuali e collettive e quindi anche quella dei genitori di far frequentare ai propri figli una determinata scuola, di far loro imparare una determinata dottrina ecc. Lo Stato lo permette, nel rispetto pieno di diversità e libertà. E lo Stato fornisce fondi per consentire proprio che ciò possa avvenire. Pertanto questa decisione sembra totalmente fuori luogo e del tutto impropria. Al di là di una visione confessionale, questo è sconcertante per qualunque teorico dello Stato e del costituzionalismo moderno.

di Matteo Coggiola

Fonte: Quando il catechismo diventa “illegale” – Da Porta Sant’Anna.

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