Quando il presepe diventa gay

Molti i casi di presepi “omosessuali” nel mondo. A riaprire il caso è la comica americana Cameron Esposito

La polemica è stata riaperta da Cameron Esposito, comica e attivista lesbica che, sulla propria pagina Facebook, ha condiviso la foto del presepe realizzato da un vicino di casa di Los Angeles in cui si vedono due san Giuseppe vestiti di rosa.

L’immagine, come accade di questi tempi, ha fatto il giro del web e, infine, è arrivata anche sullo smartphone del vescovo cattolico di Rhode Island che, come riporta La Verità, ha parlato di un “attacco alla fede cristiana”. Ma, dicevamo, questo è uno degli ultimi esempi di come la comunità lgbt ha rivisitato il Natale in questi anni.

Il Natale rosa e il presepe gay

Inizia tutto nel 2008, quando la comunità gay di Amsterdam pensa di organizzare un “Pink christmas”, un Natale rosa dove rivisitare la tradizione cristiana. E c’è anche chi, come Kittredge Cherry, insegnante americana e pastore della Metropolitan Community Church, ha cercato di teorizzare un “Natale omosessuale”, come spiega il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro: “In pratica, la teoria è questa: Gesù in fin dei conti è nato in una famiglia non tradizionale, avendo ‘tecnicamente’ (parole testuali) due padri; peraltro Maria concepì senza copula, ‘non diversamente da quanto avviene per le coppie di lesbiche’. Sì, disse proprio così la signora Cherry, in una intervista all’ Huffington Post. La signora aveva lanciato sul web i suoi due omo presepi, con Maria, Giuseppe e rispettivi partner, riconoscendo come l’ iniziativa non fosse conforme al Testo Sacro (e guarda un po’), ma poteva servire a sensibilizzare alla causa“.

Ma c’è anche chi, come Nancy Wilson, sempre della Metropolitan Community Church, si è spinto più in là. Secondo la Wilson, infatti, i re magi sarebbero stati in realtà degli eunichi. Il Natale, assieme alle sue tradizioni come il presepe, torna nuovamente nel mirino. Se non dell’odio anticristiano come accade in Medio Oriente (scopri come aiutare la comunità di Aleppo), almeno del buongusto.

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