Ragazze rapite: volontarie sprovvedute o simpatizzanti dei ribelli? | Qelsi

Di Riccardo Ghezzi, il 7 agosto 2014 – # – Replica

Dopo Simona Pari e Simona Torretta, è il turno di altre due pacifiste rapite. Missionarie che partono alla volta di Paesi islamici per assistere la martoriata popolazione locale e finiscono sotto sequestro da parte degli stessi autoctoni che tanto avrebbero voluto aiutare.
I punti in comune sono tanti: due giovani, in entrambi i casi operatrici di associazioni umanitarie, e tante polemiche.
Le due Simona operavano in Iraq per conto dell’associazione “Un ponte per”. Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, invece, hanno fondato il “Progetto Horryaty”, il cui terzo responsabile è Roberto Andervill, nella foto sotto

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Le due ragazze, entrambe della provincia di Bergamo, non sono nuove a missioni umanitarie in Africa e in Siria, dove erano giunte questa volta il 28 luglio scorso. Dal 1 agosto erano già irreperibili. La versione ufficiale parla di un rapimento da parte di un commando di uomini armati, avvenuto nei dintorni di Aleppo.
Ma c’è qualcosa in più: al momento del rapimento, Vanessa e Greta erano ospiti a casa di un fantomatico “capo del Consiglio rivoluzionario della zona”.
Che si occupassero più di supportare la causa dei ribelli che dei diritti umani in Siria in senso lato è chiaro anche da quelle che sembrano essere le frequentazioni delle due ragazze. E’ notizia resa pubblica soltanto oggi che insieme a loro ci fosse anche il giornalista anti-Assad Daniele Raineri. Sarebbe stato proprio lui a dare l’allarme dopo essere riuscito a sfuggire al rapimento.

Daniele Raineri è noto soprattutto per le numerose bufale diffuse allo scopo di screditare Assad e i lealisti e supportare la causa dei ribelli, ignorando totalmente i crimini delle frange più estremiste che cercano di rovesciare il regime. Divenuto oggetto anche dell’ironia della rete per i discutibili scoop, Raineri probabilmente è un testimone oculare del rapimento. Ma anche se non lo fosse, “dovrà fare i conti con la propria coscienza e dovrà spiegare ai magistrati molte cose su questo sequestro. Perché molte cose non tornano“, per usare le parole di Francesco Gori, che in un suo articolo pubblicato sul sito spondasud traccia un efficace profilo del giornalista.

Venessa e Greta, giovani e sprovvedute finché si vuole, non potevano in ogni caso non sapere che la rivoluzione siriana ormai è fallita, essendo interamente in mano alle frange jihadiste ed estremiste dei ribelli, come ha recentemente denunciato il giornalista Domenico Quirico che ha avuto modo di appurare coi propri occhi quanto sta accadendo in Siria.
Perché erano lì Vanessa e Greta? Perché, anche tramite i recenti post su facebook hanno supportato senza se e senza ma la causa dei ribelli? E’ una missione umanitaria prendere le parti di una fazione e difenderla a tutti i costi?

Per dovere di cronaca ricordiamo il lieto fine delle due Simona: tra infinite polemiche su presunti lauti stipendi da loro ricevuti per la missione in Iraq e su un altrettanto presunto riscatto pagato dal governo italiano, le ragazze sono state liberate e hanno fatto ritorno in Italia. Correva l’anno 2004.
Dieci anni dopo la storia potrebbe ripetersi.
L’Italia, a differenza di Usa e Gran Bretagna, non si fa troppe remore a pagare riscatti in cambio della liberazione degli ostaggi. Se così fosse, e se Vanessa e Greta fossero state rapite dagli stessi ribelli per cui parteggiano, senza dubbio l’aiuto alla causa delle due pacifiste potrebbe rivelarsi alquanto prezioso. Perlomeno in termini strettamente economici.

Fonte: Ragazze rapite: volontarie sprovvedute o simpatizzanti dei ribelli? | Qelsi.

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