RAGIONPOLITICA.it – La Francia e la politica del « non si sa mai »

Scovando vecchi articoli nel web: 19 ottobre 2004

di ALBELICE SALVATORE

Durante l’occupazione tedesca della 2a guerra mondiale, metà della Francia era contro i tedeschi di Hitler e l’altra metà era collaborazionista; on ne sait jamais.
Questo atteggiamento le ha permesso di avere con De Gaulle un ruolo importante nei trattati di pace, nella definizione dell’Europa post bellica e un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza dell’ONU.
Questo atteggiamento del governo francese credo che derivi direttamente da un’analoga esperienza all’epoca napoleonica: l’abile Talleyrand, ministro degli esteri, pur servendo Napoleone, intrecciava legami con i Borboni e le monarchie europee de l’ancien régime; on ne sait jamais. Cio’ è valso alla Francia, alla caduta di Napoleone, di avere un seggio al Congresso di Vienna e di restare con la restaurazione , una potenza predominante dell’ Europa.
Tra l’ 800 e il 900, è stata una delle vere potenze coloniali e quando è stata costretta a lasciare i possedimenti africani, è riuscita a costruire una razza atipica di francesi-magrebini, i cosiddetti pieds noirs,; on ne sait jamais.
Aveva buone relazioni con lo scia di Persia, Reza Pahlevi Muhammad, ma ospitava con tutti gli onori del caso l’ayatolla Komeini; on ne sait jamais. Komeini poco dopo abbatterà lo scia di Persia e istaurerà il primo governo teocratico fondamentalista e radicale di totale ispirazione al Corano. Ma il governo francese aveva fatto buoni affari con lo scia di Persia e ha continuato a fare ottimi affari con l’Iran (ex Persia) e con i governi degli ayatolla.
La Francia che si definisce “terre d’accueuil” di rifugiati politici, ha accolto e accoglie consapevolmente anche veri e propri criminali, pseudo-rifugiati-politici; on ne sait jamais. Al riguardo, Mitterand è riuscito finanche ad elevare a principio di diritto naturale e di legge dello Stato il suo proposito di dare comunque asilo politico a teorici del terrorismo di sinistra, a brigatisti, a esecutori di stragi e ad altri criminali, elevandoli dallo stato di veri e propri criminali comuni al rango di “Monsieur”: Monsieur Toni Negri, Monsieur Cesare Battisti, per non citarne altri.
Non dovrebbe essere ruolo di un governo che si vuole realmente rappresentativo di civiltà e di diritto, di consegnare questi facinorosi alla giustizia dei loro paesi di origine per essere giudicati e puniti per i loro crimini, invece di offrire loro protezione, guarentige e privilegi con la cosiddetta “dottrina Mitterand”?.
L’istituto dell’asilo politico, come accoglienza e protezione, è giuridicamente e di fatto comprensibile quando i rifugiati provengono da Paesi di provata dittatura e di non rispetto dei diritti umani; dittatura a cui si sono opposti e di cui sono vittime, e non quando provengono da Paesi di provata democrazia; democrazia che questi pseudo-rifugiati hanno cercato di sovvertire per fini ideologizzanti e settari. Sono , in verità, questi i sovvertitori di Stati democratici, i cosiddetti “rifugiati politici”, i reali “figli” di Mitterand; on ne sait jamais.
Se è su questi atti politici che un Paese fonda la sua grandeur o costituisce la sua leadership, allora c’è veramente molto da riflettere su aspirazioni di questa natura. (E’ chiaro che non sono coinvolti in questo discorso scienziati, artisti e letterati francesi, i quali in verità non appartengono ai governi francese, ma alla Francia, al popolo francese, all’umanità; la loro grandezza è vera grandezza, perché magnificenza del genio umano).
Alla luce di quando detto, possiamo dedurre che c’è una costante nella politica estera francese, la quale non è cambiata dall’epoca di Talleyrand in poi, e che potremmo chiamare “On ne sait jamais”. Alla nostra epoca, rientrano in questa costante l’istituzione nei Paesi arabi e in Europa dei Comitati di opinione, voluti dal presidente George Pompidou e finalizzati a tenere in vita rapporti eccellenti con i Paesi arabi. E la stessa politica filo araba del presidente di turno Jacque Chirac, -chiamato dai Francesi e dai suoi stessi compatrioti “le grand menteur”-, che tende a promuovere la grandezza della Francia a discapito dell’Europa di cui pure fa parte. Infatti il governo francese mentre da una parte cerca di plasmare l’Europa a sua immagine e somiglianza, tentando nel fare cio’ di scaricare sugli altri Stati della UE le responsabilità e il prezzo del suo passato coloniale; dall’altra parte, essa si fa coscienza morale del malessere di queste stesse popolazioni che la politica coloniale francese ha per lo piu’ contribuito a immiserire. I Comitati di opinione sopra citati, tendono a far credere all’opinione pubblica araba ed europea che i responsabili di tutti i ma! li del m ondo sono gli Americani e gli Ebrei, meglio se Israeliani, e utilizza queste convinzioni della gente comune per contrastare l’America sul piano economico, politico e strategico-militare. A tal fine, il governo francese fa anche intravedere ai Paesi arabo-musulmani la possibilità di attingere a una parità economica e industriale con l’Europa, trasferendo loro tecnologie moderne e nucleari.
Questo tipo di politica ha permesso e permette un tacito flusso migratorio e stanziamento di larghe popolazioni musulmane in Europa, che godono di tutti i diritti politici, culturali, sociali e religiosi del Paese ospite e in piu’ conservano il loro bagaglio di valori e credenze religiose d’origine, di atavica avversione per l’occidente, di antisemitismo e, piu’ recentemente, di avversione per l’America. L’intento dichiarato di questi popoli è di imporre all’Europa la cultura e la religione arabo-musulmana. Questo si predica finanche nelle moschee d’occidente, questo è provato dal ritrovamento di cassette di registrazione e dai discorsi intercettati dei gruppi di avanguardia dei musulmani in Europa.
Il Presidente del Senato italiano, Renato Pera, è da tempo che, come vox clamantis in deserto, avverte del pericolo dell’invasione strisciante di comunità islamiche in Europa e della mancanza di qualunque diritto di reciprocità nelle relazioni bilaterali occidente-mondo islamico. Recentemente al TG1 del 09.10.2004, ore 20:00, egli ha espressamente e coraggiosamente messo in guardia l’Italia e l’Europa avvertendo che: “Gli islamici vogliono la guerra santa, predicano la guerra santa e fanno la guerra santa. E noi che facciamo?” Naturalmente tutta la sinistra italiana gli ha dato addosso, fino a far dire per bocca di Angius che: “Le parole del presidente Pera espongono l’Italia al pericolo.” Hai capito!!!
Su questa linea politica c’è una netta convergenza tra la sinistra italiana e quella francese che sponsorizza l’antisemitismo delle comunità arabo-musulmane di Francia ed è testa di ponte della politica filo araba europea.
Il Presidente francese Chirac vi aderisce, 1) per le ragioni sopra esposte della costanza della politica estera francese; 2) perché in qualche modo deve pagare lo scotto per i voti della sinistra francese che hanno concorso alla sua elezione a “President de la Republique”. A considerare la situazione attuale, pare che in Francia non esista che il Governo e l’Intellighentia francese, il popolo e il loro reale modo di percepire il vissuto quotidiano nelle relazioni con le comunità arabo-musulmane sono tenuti in non cale; “On s’en fou”.
In definitiva Angius e la sinistra ci dicono: “Caliamoci le braghe ad ogni starnuto degli islamici e soprattutto evitiamo nel nostro Paese, a casa nostra, di esprimere qualunque giudizio che possa offendere la suscettibilità degli arabo-musulmani, anche in situazione di prevaricazione da parte loro nei nostri riguardi, altrimenti, Dio Santo!, siamo dei razzisti”.
A tanto è, dunque, arrivata la nostra auto-intimidazione a cospetto della lenta e costante colonizzazione dell’Europa da parte dell’Islam.?! E tutto questo perché le sinistre d’Europa possano, a loro volta, sopravvivere grazie ai voti elargiti loro dalle comunità arabo- musulmane, per permettere loro di divenire consiglieri, assessori e ministri?
Esau’ aveva venduto la primogenitura per un piatto di lenticchie, la sinistra europea vende la nostra cultura, i nostri valori, l’ethos cristiano-europeo per un piatto di voti.
Ma il popolo di Francia, d’Italia e d’Europa questo disegno di alta e sottile diplomazia non deve saperlo. E allorquando il buon senso di noi gente comune, la nostra vita quotidiana, le nostre relazioni di quartiere e di città ci rivelassero da parte di islamici una volontà di imposizione, supremazia culturale e di sopraffazione nei nostri confronti; noi costretti percio’ a rinchiuderci in casa e i nostri figli non piu’ sicuri nelle strade, allora dall’alto si mette in moto la disinformazione governativa per far credere che queste comunità sono angeliche e disinteressate (Noi, diceva un autorevole rappresentante di comunità musulmane, possiamo stabilire con voi comunità ospitante, qualunque accordo di convivenza, fino a quando hanno la priorità i principi del Corano); che sono rispettose delle culture e religioni altrui (esempio la distruzione da parte dei talebani in Afganistan delle statue dei Budda, considerate patrimonio culturale dell’Unesco); che nelle moschee , nelle scuole arabe, nei corsi islamici delle scuole nazionali non si predica l’antisemitismo, né la radicale supremazia maschilista su donne prive di diritti, né il proposito di islamizzare l’Europa e via dicendo; che l’America è il diavolo perché osa combattere il terrorismo islamico nel mondo, ivi compresi gli stessi paesi musulmani! ( vedi l’Indonesia, l’Egitto, l’Irak, ecc.); che l’America ha sbagliato, dice ancora il governo francese, a scalzare il buono e pio Saddam Hussein, soprattutto perché ha scalzato i buoni rapporti di amicizia e gli eccellenti rapporti economici che Saddam aveva con l’establishment francese, in cambio della sponsorizzazione di Chirac, “le Grand Menteur”; infine, la disinformazione per far credere che non solo la Francia, ma tutta l’Europa è contro l’America di Bush, per aver liberato il popolo irakeno dal suo tiranno. E’ vero che in questo processo solo la Germania si è allineata alla Francia, ma il cancelliere G. Schroeder vi è stato costretto, perché tributario verso i verdi e i comunisti tedeschi per la stabilità del suo stesso governo, ben sapendo che questi partiti alleati, in quanto sinistra sono naturali difensori della causa e dei valori dell’Islam e, di conseguenza come la storia futura dimostrerà, complici del progetto musulmano di islamizzare l’Europa.
Vien da domandarci: quando un Paese, diciamo la Francia, accoglie a braccia aperte interi flussi migratori musulmani e li fa partecipi di tutti i diritti (i doveri vengono sempre in seconda o ultima istanza) del paese ospite, si chiede loro mai se intendono rispettare in primis le leggi e i valori della Repubblica Francese? Si chiede loro mai, qualora volessero inserirsi nel mondo sociale e del lavoro, di conoscere la lingua francese e i principi fondamentali della costituzione e delle leggi dello Stato? Giammai! E dato che questi emigrati non sono obbligati al rispetto dei nostri valori e delle nostre leggi, si sentono impunemente autorizzati a imporci i loro valori. E’ questa d’altronde la loro concezione dell’integrazione: quando andiamo noi nei paesi musulmani, dobbiamo integrarci ai loro valori, altrimenti rischiamo dalla prigione alla decapitazione; quando essi vengono in occidente, siamo sempre noi, grazie alle sinistre democratiche dei nostri paesi, a integrarci ai loro valori esportati, altrimenti siamo moralmente bollati e giuridicamente condannati come razzisti e intolleranti. Loro possono, avvalendosi delle nostre costituzioni e delle leggi democratiche, dei nostri valori di libertà e tolleranza, costruire a casa nostra moschee ed esercitare il loro culto religioso, come legittima aspirazione! ed esigenza, ma la stessa aspirazione ed esigenza è categoricamente rifiutata nei paesi islamici al cristiano, all’ortodosso, al buddista, ecc. Non solo costoro non possono costruire i loro templi, ma se sono sorpresi a dir messa o a recitare orazioni e riti religios diversi , sono subito imprigionati e a rischio di morte.
Queste sono purtroppo le anomalie e i paradossi che i nostri governi ci impongono di vivere, grazie anche alla sponsorizzazione delle sinistre e dei verdi europei.
D’altra parte, il Governo francese con la sua politica estera cosi’ imbrigliata dall’ ondivagare e dalla accondiscendenza verso i paesi arabi, senza alcuna garanzia di reciprocità, ha finito realmente per convincersi che tale politica fosse vincente e pagante, che essa gli avrebbe garantito il rispetto dei musulmani per la Grandeur de la Republique francese, che avrebbe messo a riparo i francesi da atti scellerati dei gruppi islamici estremisti, fino a quando non si visto rapire i suoi due giornalisti, rei solo di essere francesi. Lo sconcerto è stato tale per la diplomazia francese, che hanno pensato per prima cosa che si trattasse di un errore di scambio di persone; poi hanno imputato il malfatto ad un gruppo di terroristi facilmente contattabili per interposta persona; infine hanno chiamato in causa una scheggia impazzita del terrorismo islamico non ortodosso. Fatto sta che dall’ottimismo iniziale dell’immediato e scontato rilascio degli ostaggi, siamo arrivati oggigiorno, dopo piu’ di due mesi di impotenza e di frustrazione, alla conclusione che il governo francese ha preso! atto ch e nella mente e nel disegno di questi espansionisti islamici, la Francia non è niente altro che uno degli stati di quell’Europa che va sottomessa all’Islam.
Cio’ dimostra come fosse sbagliata quella politica estera del governo francese, la quale per eccesso di protagonismo e di ricercata grandeur, metteva gli uni contro gli altri gli Stati dell’occidente e in contemporanea porgeva un tappeto volante al tacito e subdolo espansionismo islamico. Anche in questo caso, non la politica estera francese, ma quella italiana docet. Come i fatti rivelano, sono sempre la Francia e le sinistre europee a spandere petali di rosa sul cammino espansionistico dell’Islam e fra poco avremo, oltre a consiglieri e assessori musulmani già presenti in varie amministrazioni, anche ministri e capi di Stato musulmani. Tutto cio’ potrebbe essere anche normale se ci fosse reciprocità nelle relazioni inter-culturali, rispetto e adeguamento ai nostri valori e alle nostre leggi.
Per ora stiamo qui a guardare e attendere la nomina di un Presidente islamico a capo di qualche Stato europeo.
Nel frattempo, invitiamo il Presidente Chirac a persistere nella sua politica di disinformazione dell’opinione pubblica europea e americana, nella sua politica di discredito di G.W. Bush e soprattutto nel suo intento di influenzare le elezioni americane del 2 novembre prossimo, a favore dell’avversario di Bush, il Signor Kerry: on ne sait jamais.

Responsabile Azzurri nel Mondo Belgio
Albelice Salvatore
ALBELICE Salvatore – chée. de Mons 134 – 1070 BRUXELLES – cell. 0032 484 776 175 – email: [email protected][email protected]

Fonte: RAGIONPOLITICA.it – I vostri commenti.

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