Rapporto Onu, tra amnesie e oscenità

di Luca Volontè

Maria Rita Parsi in una intervista alla Stampa (6 febbraio) dopo aver messo in evidenza la sua recente nomina nel Comitato ONU sulla Convenzione sui diritti dell’infanzia, ha tenuto a ribadire che “ogni parola della raccomandazione” alla Santa Sede è stata soppesata con attenzione e cura.

Si può capire la difesa di ufficio, soprattutto per colei che da poco ha preso parte a un Comitato così importante, ma non capisco come una persona che ha dato prova di intelligenza possa spingersi così oltre la soglia della decenza.

Addirittura, giustificare l’invito a cambiare le convinzioni dottrinarie in materia di coppie omosex, parafrasando e prendendo strumentalmente spunto dalle frasi di Papa Francesco. Una persona intelligente e preparata, queste presumo le ragioni per la sua nomina, non può giustificare le indicazioni su aborto e contraccezione, nemmeno invitare a questi cambiamenti per lanciare una “rivoluzione del cuore”, frutto della nuova sintonia tra Vaticano o mondo laico.

Senza offesa: qualcuno della Commissione ha letto la Convenzione in base alla quale la Commissione lavora per valutare i progressi degli Stati nella sua piena attuazione?

La signora Parsi come interpreta il preambolo sulla tutela del concepito, sulla famiglia naturale? Come lo mette in relazione al suo diritto all’aborto o con le sue opinioni e quelle del comitato “pro-gay”?Il diritto ad avere una famiglia e conoscere i genitori? Come definisce gli stessi “genitori” così presenti nella convenzione?

Siamo davvero curiosi di leggere i futuri rapporti del Comitato verso molti paesi occidentali, così rispettosi della convenzione da introdurre l’eutanasia infantile, derubricare la pedofilia, sanzionare solo amministrativamente la produzione di materiali pedopornografici, certificare la legittimità di aborti in ragione del sesso del nascituro o della sua “perfezione fisica”… Confido che la valutazione delle parole sia ben più accurata di quella del rapporto consegnato, usando la grancassa internazionale, alla Santa Sede.

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