Regno Unito, se il “papa” anglicano guida il fronte contrario al matrimonio omosex – Vatican Insider

Justin Welby, prossimo primate anglicano, è il principale avversario del progetto di legge voluto dal governo Cameron e, secondo i sondaggi, approvato dal Paese

GIACOMO GALEAZZI

Il “nemico” sull’altare. Per il governo di David Cameron l’ostacolo più temibile verso la legalizzazione delle nozze gay è il centocinquesimo arcivescovo di Canterbury e primate della Comunione anglicana. Justin Welby, il cui ingresso solenne nella cattedrale di Canterbury è previsto il 21 marzo, guida nel Regno Unito il fronte contrario al matrimonio omosex. I deputati britannici voteranno domani sul progetto di legge che autorizza i matrimoni fra omosessuali, che ha suscitato una profonda spaccatura all’interno dei conservatori, ma che ha ottime chance di essere approvato grazie al sostegno dei liberal-democratici e dei laburisti.
Pochi giorni dopo l’approvazione di un analogo provvedimento in Francia, i parlamentari britannici sono chiamati a pronunciarsi sul testo che e’ stato presentato in prima lettura lo scorso 24 gennaio. Il progetto di legge passerà in seguito alla Camera dei Lord, la camera alta del Parlamento britannico.
Welby, 57 anni, sposato e padre di cinque figli, era divenuto diacono nel 1992 e vescovo nel 2011. Prima di impegnarsi nella vita religiosa, il presule aveva svolto attività lavorativa nell’industria petrolifera. Nelle sue prime parole di commento, il nuovo leader degli anglicani aveva definito l’affidamento del mandato «come qualcosa di travolgente per la sua responsabilità e allo stesso tempo sorprendente, in quanto inaspettato».L’arcivescovo di Canterbury è il primo tra gli uguali, primus inter pares, tra i vescovi anglicani, primate di circa 80 milioni di fedeli sparsi nelle trentotto province in cui è suddivisa l’Anglican Communion. La Crown Nominations Commission, istituita dal Governo, aveva avuto il compito di selezionare in una rosa di nomi, il candidato preferenziale. L’indicazione è stata successivamente rivolta al primo ministro, che è costituzionalmente incaricato di riferire sulla procedura alla regina Elisabetta II. Alla regina, in quanto governatore supremo (Supreme Governor) della Chiesa d’Inghilterra è spettato poi il compito di approvare la nomina del nuovo arcivescovo. Probabilmente, al momento della nomina, Cameron non immaginava di trovarselo alla testa dell’opposizione all’esecutivo.

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