Ricordiamo il 25 aprile: col martirio del prof.Santi, cattolico. Per mano partigiana | La cuccia del Mastino

 

Il martirio del prof. Santi, ad opera dei comunisti partigiani: che montarono una sacrilega messinscena della Passione di Cristo. Qui, “Santi alla canna”… come Gesù mentre veniva sbeffeggiato dai suoi carnefici quale “re dei giudei” e coronato con una corona di spine, per scettro una canna. Al cattolico santi vien consegnato come “scettro” un bastone di legno

Anche PP vuole “festeggiare” la Liberazione con un ricordino. Quello delle cosiddette “radiose giornate” seguite al 25 aprile 1945 in cui si scatenò la “caccia al fascista”, e fu anche l’occasione d’oro dei comunisti per sanguinosi regolamenti di conti contro i partigiani non allineati ai comunisti e persino con quelli comunisti che avversavano la linea radicale e guerrigliera scelta dalle bande rosse più fanatiche. Le quali volevano fare qui in Italia quel che avevano fatto in Spagna durante la Guerra Civile del ’36: strage di cattolici, preti, chiese, conventi, democristiani, socialdemocratici, fascisti… di tutti quelli, insomma, che non potevano dirsi “partigiani rivoluzionari”, organici al PCI e filo-stalinisti (in realtà neppure Stalin appoggiava lo stragismo terroristico ai danni dei cittadini perpetrati dai partigiani, così come non lo approvò e lo stroncò in Spagna, specie nella componente sanguinosamente anticattolica, ossia quella leninista-troskysta). Per poi seppellire tutto col silenzio e l’oblio finale. A questi terroristi qui, alle loro prassi, persino nello scegliere le vittime stavolta colpevoli di essere “borghesi”, si ispirarono esplicitamente le BR molti anni dopo.

Ecco il nostro ricordino, dunque: due foto del martirio ad opera dei partigiani comunisti del mite educatore veneziano prof. Tullio Santi, “colpevole” di essere stato uno “stipendiato” (cioè un impiegato statale, in quanto insegnante) del regime fascista… ma era solo una scusa: volevano umiliare con un processo farsa a imitazione di quello di Cristo (una vera messinscena macabra e sacrilega fu) il grande e fervente cattolico. Ma siccome non potevano dare tanto scandalo, si usò il paravento del “fascista”. E fu trucidato dopo sevizie pubbliche innominabili in nome dell’”antifascismo”, e non – come invece era – in nome dell’odio anticattolico dei comunisti radicali che erano le avanguardie dei partigiani, e i protagonisti più beceri e sanguinari della guerra civile italiana.

Il martirio del prof. Tullio Santi, dunque. Questo povero vecchio, era anziutto un uomo mite e civile, di indole buonissima. Era stato un rispettato educatore e pedagogo per generazioni di veneziani. Cattolico convinto e fedele, il suo insegnamento non prescindeva mai da questo dato. E questa sarà nel 1945 la sua rovina: per i comunisti anche questo era “fascismo”, della peggiore specie, il “fascismo clericale”. Delle poche foto che documentano questo evento, è incancellabile la lieve paziente, cristiana ironia con la quale Santi va incontro a questo baratro di sventura, consapevole dell’assurdità di questi eventi. Indimenticabile la dignità con la quale – mite come sempre, con quell’atteggiamento dimesso e gentile col quale ogni mattina si presentava sulla cattedra, con un lievissimo sorriso sulle labbra – accettò di andare innocente incontro a un martirio infame e senza senso, dettato dalla pura crudeltà degli idealisti armati, i comunisti.

Il prof. Tullio Santi, veneziano, educatore insigne, cattolico devoto è fucilato: gli mettono nella cintola dell’impermeabile una immaginetta di Gesù a mò di bersaglio e trafiggono il Sacro Cuore e la vita di Tullio Santi. Sganasciandosi dalle risate tutti quanti subito dopo

Di vittime straziate così dai partigiani ve ne furono migliaia, molti di essi erano preti e seminaristi (si pensi al povero Rivi), alcuni semplici partigiani cattolici e non comunisti: uno di questi, in Emilia, fu crocifisso a un portone e lasciato morire lì. Sempre ad opera dei sedicenti “liberatori” (in realtà gli americani, non i falsi liberatori partigiani, tutti attivisti comunisti filosovietici, erano i liberatori) organici al PCI. Su queste vittime è caduta la congiura del silenzio  e del “comunque gli sta bene… si sorvoli”. Tutto quanto ho scritto è quel poco che qua e là, ovunque disperso, sono riuscito a trovare, in diversi anni. E spesso non ricordo più in quale libro o documento. Di sicuro qualcosa c’è nei due volumi di “Mussolini, dal Regno del Sud al Vento del Nord” dei Fratelli Melita Editori.

Quindi, tocca partire dagli indici dei nomi dei libri su quel periodo… ma tuttavia, essendo quasi tutti gli autori di scuola marxista, il povero prof. Santi per loro non solo non ha diritto a una via o a una piazza, ma neppure a stare nell’indice dei nomi di un libro: è fra i nomi proibiti agli indici. E quando ne hanno parlato, mi pare lo fece a inizia anni ’90 Gianpaolo Pansa ne “Il Gladio e l’alloro”, è stato per dirne peste e corna del prof. Santi e ricoprirlo di sterco usando le stesse argomentazioni dei comunisti partigiani di allora che lo trucidarono. Salvo poi 15 anni dopo pentirsi e vendere libri “revisionisti” che raccontano quasi per intero come le cose siano davvero andate durante la “guerra civile” (altro che di “Liberazione”!) di tanti anni fa. Ma neppure Pansa, quello “revisionista”, ha detto una parola riparatoria verso il povero prof. Tullio Santi, a suo tempo da lui medesimo diffamato… quando scriveva da “antifascista” immaginario.

Fonte: Ricordiamo il 25 aprile: col martirio del prof.Santi, cattolico. Per mano partigiana | La cuccia del Mastino.

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