Rimanere cattolici nei tempi dei sommi inganni

Quale il segno ricorrente di questi tempi se non quello di un inganno senza pari? Le parole di Gesù, innanzitutto quelle escatologiche (Mt 24), sono insegnamenti profetici per i Suoi beati, che “non videro, ma hanno creduto” (Gv 20, 29) e ora sono in un mondo, dove si riduce gravemente il numero di quanti serbano la fede, per cui Gesù dice: “Quando il Figlio dell’uomo tornerà, incontrerà ancora la Fede?” (Lc 18, 8). Sì, perché l’inganno assume la forma di seduzione «estrema»: “Badate che nessuno vi seduca! Poiché molti verranno nel mio nome dicendo: “Io sono il Cristo”, e molti saranno ingannati. Non vi turbate se sentirete di guerre o voci di guerre; è necessario che tutte queste cose avvengano; ma non è la fine. Infatti, si vedrà popolo contro popolo e regno contro regno: e vi saranno carestie, pestilenze e terremoti in vari luoghi; tutto ciò non è che l’inizio delle tribolazioni. Allora vi consegneranno ai boia e vi uccideranno; sarete odiati da tutte le …

… genti a causa del mio nome” (Mt 24, 4-9).

Il segno della divisione e dell’odio.

Quale il rapporto dei falsi Cristi con i mali che imperversano nella Chiesa?

E allora molti soccomberanno; si tradiranno l’un l’altro odiandosi a vicenda. Sorgeranno molti falsi profeti, i quali inganneranno moltitudini.

Per il dilagare dell’iniquità, la carità dei più si raffredderà.

Ma chi avrà perseverato sino alla fine si salverà.

Quando questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, quale testimonianza a tutte le genti, allora verrà la fine.

E, infatti, la missione dell’apostolato pare compiuta; siamo già al riflusso!

Il segno decisivo dell’inganno e della divisione.

Quale altro segno sennò l’occupazione e la profanazione di quanto è sacro?

“Quando dunque vedrete stare in luogo santo l’abominio della desolazione, di cui parla il profeta Daniele – chi legge intenda! – allora quelli che stanno in Giudea fuggano sui monti, […] vi sarà allora una tribolazione grande, quale mai c’è stata dall’origine del mondo fino a ora, né sarà. Se non fossero abbreviati quei giorni, nessuno si salverebbe; ma quei giorni saranno abbreviati per amor degli eletti” (ib. 15-16; 21-22).

Poiché la salvezza è nella Fede, non si deve pensare che ciò si applica anche ai nostri tempi di occupazione della Chiesa e di apostasia (QUASI) generale?

I falsi profeti portatori di prodigi.

“Allora se uno vi dirà: “Ecco, il Cristo è qui!”, oppure: “E’ là“, non ci credete, perché sorgeranno falsi Cristi e falsi profeti, che faranno grandi miracoli e prodigi, tanto da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti. Ecco ve l’ho predetto. Se vi diranno: “Ecco, è nel deserto!”, non ci andate; oppure: “Ecco, è nell’interno della casa!”, non ci credete; poiché come la folgore esce dall’oriente e brilla in occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Dove sta il cadavere là si raccolgono gli avvoltoi. Subito, dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non più darà luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze celesti saranno sconvolte” (ib. 23-29).

Il mondo spirituale umano senza fede che va in rovine?

Il prodigio della seduzione per l’oscuramento generale.

L’eresia è rifiuto ostinato della dottrina cattolica, che non si può semplicemente presumere come negazione di una dottrina. La pertinacia eretica può e deve anche essere dedotta dalle azioni della persona. È il motivo perché una o due ammonizioni sono citate da San Paolo. Non c’è bisogno che questi avvertimenti siano formali ed espliciti per giudicare la pertinacia. Per questa certezza morale basta che vi siano pubbliche evidenze nel caso di chierici versati nella teologia cattolica e consapevoli della loro opposizione al Magistero pontificale, con le confutazioni di molti degli errori e condanne del modernismo, riproposti da loro col Vaticano II. Ciò era stato chiarito dai Papi, da Pio IX e dal Concilio Vaticano I e non si può ragionevolmente negare che nel deliberato rifiuto a questi ci sia opposizione alla Chiesa di sempre.

Ecco che la pertinacia diviene moralmente certa alla luce del loro «magistero» d’inversione conciliare «inaudita», ma «prodigiosa» poiché accolta fino ad ora dalla classe clericale arresa al «magistero» di mutazione pastorale: legale, poiché oriundo da «autorità» legittime; sì, legittime poiché hanno un «magistero legale»!

Un perverso paradosso risolto «canonicamente» con l’esclusione dell’infallibilità!

Il Magistero assistito dallo Spirito Santo e quest’«altro […] proditorio».

“Il Magistero della Chiesa fu istituito da Cristo Signore per custodire e interpretare le verità rivelate da Dio”. Tutta la questione del Magistero Cattolico si riassume, quindi, nella certezza che procede dall’Autorità divina attraverso la sua Chiesa, senza il rischio d’essere adulterato da perfidi «aggiornamenti» di falsi maestri.

Dice Pio XII: “L’Enciclica «Humani generis» del 12 Agosto 1950, «De nonnullis falsis opinionibus, quae catholicae doctrinae fondamenta subruere minantur, è in non piccola parte la confutazione di un falso «Orientamento» e «Aggiornamento» della teologia, filosofia ed esegesi a moderne e non abbastanza fondate correnti e tendenze scientifiche. Vi si parla d’ingiustificata inclinazione verso erronei sistemi filosofici, di concessioni che taluni si mostravano disposti a fare (evoluzionismo, idealismo, immanentismo, pragmatismo, esistenzialismo, storicismo), come anche nel campo della teologia e della esegesi. La «nuova teologia» pretendeva di assimilarsi al tempo moderno e di rendere allo scienziato cattolico più naturale e facile l’essere cattolico. In realtà si cominciò arbitrariamente a correggere ciò che esisteva, a sopprimerlo, a mutarlo, a ricostruirlo, a mitigare la rigidezza e la immutabilità di principî metafisici, a rendere più pieghevoli le precise definizioni dogmatiche, a sottoporre a revisione il senso e il contenuto del soprannaturale e la sua intima struttura, a spiritualizzare e rammodernare la teologia della Eucaristia, a rinnovare e ad avvicinare al sentimento moderno la dottrina della redenzione, sulla natura e gli effetti del peccato ed altri non pochi punti. Un simile movimento si era mostrato anche nel campo della esegesi” (14.09.1956).

È la descrizione di quanto seguì col Vaticano II promosso da Giovanni XXIII e successori. Quanto era accusato dai Papi, viene ora ministrato come cattolico.

Persecuzione interna a causa del Suo Nome (Mt 10, 21-22; 24, 9; Mc 13, 12).

A tutto ciò si somma l’utilizzo d’ogni mezzo per eliminare la Tradizione cattolica. Per qualsiasi cattolico conoscitore della Dottrina e di buon senso, nessuna di queste cose sarebbe compatibile con la Fede che deve professare: la stessa dei 260 Papi e dei Concili. Papa Pio VI, nella «Auctorem Fidei», descrive l’uso dell’ ambiguità dagli eretici, nel sinodo di Pistoia; San Pio X, citando nella «Pascendi» il Concilio di Costantinopoli, si riferisce agli eretici contrari a una sola delle tradizioni, non solo apostoliche, ma ecclesiastiche; Pio XI accusa coloro legati all’operazione del «pancristianesimo» ecumenista di allontanarsi dalla religione rivelata da Dio.

[…] Le persecuzioni esterne alla Chiesa avvengono dall’inizio, ma ora sono in atto con l’inganno interno; “chi vi caccerà e ucciderà penserà di rendere culto a Dio […] Ciò vi dico affinché, quando verrà l’ora, sappiate che ve l’avevo detto” (Gv 16, 2-3).

La Dottrina sacra o della Fede viene annunziata dalla Chiesa poiché è rivelata divinamente e non è rivelata poiché annunziata dal vero Magistero della Chiesa.

Si tratta di un’unica Dottrina divina. Quindi, attenti all’etichetta «magistero vivo della chiesa (di più dottrine)» per non bere il liquame della «nuova teologia» annunziata come dottrina del «magistero conciliare» come «dottrina rivelata»!

Si deve verificare la «paternità controllata» sia del Magistero, sia dell’«altro». Ciò per non farsi imbrogliare dalle genealogie invertite dei falsi cristi e affini.

Nella frase comune della teologia dogmatica per cui: «secondo la dottrina cattolica la Sacra Scrittura e la Tradizione non sono che la fonte e la regola remota della Fede, mentre la regola prossima è il Magistero vivo della Chiesa», «remoto» non è contrapposto a «vivo». La vita procede da Dio, come quel che è prossimo procede da quel che è remoto: da quello che viene prima ovvero la vita procedente da Dio.

Cristo illumina tutta la sua Chiesa, come dimostrano innumerevoli passi della S. Scrittura e dei Santi Padri. «Nessuno ha mai veduto Dio: il Figlio Unigenito, che è nel seno del Padre, ce l’ha fatto conoscere» (Gv 1, 18)” (Mystici Corporis Christi).

È il Signore stesso a insegnare: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato» (Gv 7, 16); il Magistero di Gesù è quello prossimo in rapporto al remoto del Padre, che ne è l’origine, come il Magistero della Chiesa è quello prossimo in rapporto a quello remoto del Signore, che è la fonte dalla quale sgorga la sua vita.

Oggi, però, ci si appella a sciocche investigazioni per invertire l’ordine delle cose.

Così, l’autorità religiosa non procederebbe dalla Verità, ma questa da un’autorità viva e aggiornata! E in tal modo, l’operazione d’«aggiornamento» per una  nuova «coscienza della Chiesa» secondo il nuovo «magistero pastorale» del Vaticano II, imperversante da più di mezzo secolo, è ora giustificata anche da un clero che, frustrato nell’accusa delle sue iniquità, s’impegna a giustificare la sua «legalità»!

Ecco «spiegata» l’«autorità» dei nuovi pastori per cambiare e aggiornare la Fede secondo i tempi, come prevedeva Pio XII; si realizza lo scempio religioso in vista dell’avanzata dei poteri per impiantare il nuovo ordine mondiale. Così il Magistero della Chiesa, regola prossima della Fede, rappresentante terreno dell’autorità di Dio, è consegnato ai boia modernisti per essere colpito e liquidato.

Si trattava dell’eccidio virtuale della Voce magisteriale che appare rappresentato in modo diretto nell’eccidio commesso contro il Papa cattolico e il suo seguito fedele nella visione del Terzo Segreto di Fatima: quadro della rimozione dell’ostacolo descritto nella seconda Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi (2, 6-7).

È chiaro che senza l’ostacolo messo dal Signore, la scalata del Nemico è in atto.

Ma il vero problema non è l’attacco anticristico, presente da duemila anni, è nella mancata resistenza cattolica. Anzi, oggi, con questo nome, c’è un tradizionalismo compulsivo che vuol riconosce come legale l’inversione del «nuovo magistero».

Tutto segue il corso dell’inversione mentale dei tempi moderni. Ecco il prodigioso inganno suscitato dal Nemico nel Luogo santo della stessa Chiesa per trasformare la sua Dottrina e Liturgia con un «nuovo magistero» dell’«altra chiesa» […].

La vera è vincolo d’unità, questa, marchio di divisioni e d’inganni inauditi.

A questo punto è bene invocare il «Commonitorium» di San Vincenzo da Lerino:

“Magnopere curandum est ut id teneatur e ubique, quod semper, quod ab omnibus creditum est” (Should some new doctrine arise in one part of the Church, Donatism for example, then firm adherence must be given to the belief of the Universal – Occorre soprattutto occuparsi affinché sia conservato ciò che in ogni luogo, sempre e da tutti è stato creduto*). Credere secondo la Fede non può né deve cambiare; è rivolto a Dio. Invece, darsi da fare per la difesa della Fede, spetta alla sfera umana e deve adeguarsi alle forme degli attacchi d’ogni ora; è il Magistero dei Papi d’ogni tempo, fedele a Gesù che avverte: “Badate che nessuno vi seduca”; brada ai mali degli inganni fino a quello che mai c’è stato dall’origine del mondo fino a ora, né sarà. Che il Signore ci aiuti a superare tali iniquità, flagelli della passione della Sua Chiesa […] perfidie a capo d’ogni altro inganno e disordine!

*Il «sisinono» (15.2.12) traduce «Occorre continuare a credere e a fare ciò che la Chiesa ha insegnato e fatto sempre e dappertutto»!

di Araì Daniele
Bollettino L’INFORMAZIONE CATTOLICA n.10/12
Segnalazione a cura di Raimondo G.

Pontifex.Roma ha ritenuto opportuno pubblicare il presente articolo inviato, apportando comunque alcuni “tagli” ; frasi che, ai non ferrati sull’argomento, potrebbero provocare problemi morali molto gravi. Al momento opportuno sarà Dio stesso a svelare “determinate verità”.

Fonte: www.pontifex.roma.it.

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