Rivoluzione e illuminismo: genitori di tutte le ideologie moderne | UCCR

Il presidente Giorgio Napolitano, in un recente intervento sull’Osservatore Romano ha affermato che «è stato impossibile -se non per piccole cerchie di nostalgici sul piano teoretico e di accaniti estremisti sul piano politico- sfuggire alla certificazione storica del fallimento dei sistemi economici e sociali d’impronta comunista».

Finalmente una chiara dichiarazione autorevole. Ma non è una posizione scontata: tutti sono pronti a condannare il fascismo ma esistono ancora molti che faticano a prendere le distanze dal comunismo, e altri che invece proseguono a sostenerlo. Marco Rizzo, leader dei Comunisti italiani (Sinistra Popolare) ha ad esempio recentemente espresso dolore e condoglianze per la morte di uno dei peggiori dittatori della storia del ’900, Kim Jong-il della Corea del Nord.

Giovanni Fighera, docente nei licei classico e scientifico e ricercatore di Filologia moderna presso l’Università degli Studi di Milano (e autore di questo blog) ha dato un’ottima definizione di “ideologia”: «Il termine indica un pensiero o un sistema di pensiero pregiudiziale, senza un fondamento di verifica nella realtà. Quindi, lo sguardo ideologico è quella modalità di trattare il reale non partendo dall’osservazione e dal desiderio di conoscenza dello stesso, bensì dall’idea preconcetta che si possa già avere». Tutto il contrario del cristianesimo, che non nasce all’interno dell’uomo, non nasce da un’idea ma -come ha spiegato Benedetto XVI- «all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva».

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