«Sbatti il mostro in prima pagina» | CulturaCattolica.it

mercoledì 22 ottobre 2014
«Sbatti il mostro in prima pagina», denuncialo come «omofobo», e costruisci su alcune sue frasi l’immagine di un delinquente, nemico degli uomini e della libertà.
Peccato che la frase che ora sta facendo il giro dei media a proposito dell’incontro del Liceo Cavour di Roma tra Ivan Scalfarotto e Gianfranco Amato non corrisponda a quanto affermato da Amato. Questa è la frase: «Il sentimento non può essere il solo fattore da tenere in considerazione per definire il matrimonio. Occorre, infatti, tener conto di altri aspetti, come la bipolarità sessuale, la finalità procreativa, quella educativa, eccetera. Matrimonio e famiglia sono concetti che non possono essere oggetto di manipolazione giuridica. Se, infatti, si lasciasse decidere al parlamento cosa è un matrimonio o una famiglia, e si utilizzasse il solo criterio del sentimento, allora si potrebbe arrivare al paradosso di definire matrimonio come l’unione di cinque donne legate tra loro da un rapporto di reciproco amore, o di tre donne e tre uomini, o addirittura di un uomo e un cane, se si tiene conto dell’elemento affettivo che lega gli uomini agli animali». Bene, questo concetto, che non è né nuovo né originale, è stato peraltro affermato da Mario Adinolfi, con sottile ironia, nel suo libro «Voglio la mamma»: «Se il matrimonio è solo un timbro pubblico sul proprio amore e “davanti all’amore lo Stato non può imporre a nessuno come comportarsi”, al momento dovessimo ammettere la rottura del principio sacro per millenni che il matrimonio è l’unione tra un uomo e una donna, perché limitarci a rendere legale e matrimoniale solo il rapporto tra due donne o due uomini? Perché non accettare che ci si possa amare in tre? O in quattro? Se un bambino riceve amore uguale a quello di una madre e di un padre da due papà, perché non da quattro? O da tre papà e una mamma? O dal papà che ama tanto il proprio cane e vuole che la sua famiglia sia composta dal papà, dal cane e dal bambino ottenuto da una madre surrogata? Il cane dimostra tanto affetto verso il bimbo, quasi gli somiglia. Se rompiamo la sacralità del vincolo matrimoniale tra uomo e donna, ogni rapporto “stabile” potrà alla lunga trasformarsi in matrimonio, sarà un diritto incontestabile. Con conseguenze inimmaginabili. Non a caso in Italia un parlamentare del Movimento Cinque Stelle, Carlo Sibilia, ha avanzato l’ipotesi di un proposta di legge che estenda la possibilità di contrarre vincolo matrimoniale tra due uomini, tra due donne o anche tra più persone senza vincolo di numero e genere, addirittura tra specie diverse. Qualcuno ha irriso il deputato Sibilia, ma dal punto di vista strettamente logico i suoi argomenti sono inappuntabili.»

È una vecchia tecnica: quando non si hanno ragioni (e dal dibattito emerge con chiarezza che l’on. Scalfarotto di ragioni non ne aveva, e quindi eludeva ogni domanda) per vincere bisogna usare quella che in URSS si chiamava disinformatija. Basta prendere una frase, staccata dal contesto, e amplificarla come se fosse l’autentico pensiero dell’avversario. E poi, per soprappiù, impedire agli ascoltatori di registrare (altrimenti potrebbe accadere che la verità smascheri l’inganni e il sofisma). Del resto era già accaduto a Radio 1, che dopo avere affermato di essere stato aggredito dalle Sentinelle in piedi, l’on. Scalfarotto, mentendo, ha affermato di non avere mai pronunciato quella frase.

Domani vedremo come i mass-media riferiranno di questo episodio. Per parte nostra ci rifiutiamo di vendere la ragione a un sistema che, anche ora lo si è visto, piuttosto che interpellare i diretti interessati, fa un copia-e-incolla delle bufale trovate in rete.

via«Sbatti il mostro in prima pagina».

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