SCUOLA/ Ecco perché i tecnocrati “temono” l’ora di religione

SCUOLA/ Ecco perché i tecnocrati temono l'ora di religione

martedì 2 ottobre 2012

In senso puramente logico, rimane difficile credere che le dichiarazioni del ministro Francesco Profumo riguardanti l’insegnamento della religione cattolica (Irc) siano state espresse dalla stessa persona che, appena tre mesi fa – era il 28 giugno – ha ratificato insieme al Card. Angelo Bagnasco l’ultimo protocollo d’intesa Cei-Miur su quella stessa disciplina scolastica.

In questo documento, infatti, si stabiliscono chiaramente i programmi e le modalità dell’Irc, i criteri di scelta dei libri di testo e i cosiddetti “profili di qualificazione professionale” dei docenti. Oltretutto, prima della firma, il ministro aveva ripercorso le tappe della normativa riguardante la materia della quale è quindi, almeno nei caratteri generali, a conoscenza. Di conseguenza, appare difficile sostenere che le esternazioni del ministro siano ascrivibili alla sua “totale” ignoranza in materia, come qualche commentatore ha scritto. Si può probabilmente non considerarlo un tecnico della complessa problematica legata alla questione, ma sicuramente Profumo non è all’oscuro delle finalità generali dell’insegnamento della religione e del loro ruolo nell’ordinamento scolastico italiano.

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