SCUOLA/ L’ateo Clegg preferisce le scuole cattoliche allo statalismo del Fatto Quotidiano

mercoledì 6 marzo 2013 – Marco Lepore

Perché arrabbiarsi se una famiglia decide di iscrivere il proprio figlio ad una scuola non statale o addirittura cattolica? Soprattutto, poi, se la famiglia in questione non è italiana, bensì inglese, e ha fatto una scelta consentita in pieno dal sistema scolastico vigente oltremanica?

Non ha forse diritto la famiglia – qualsiasi famiglia: inglese, italiana o altro – di scegliere per il proprio figlio la scuola che può offrire l’istruzione/educazione più adeguata alle proprie esigenze e aspirazioni?

Difficile rispondere “no” ad una simile domanda. Eppure, Il Fatto Quotidiano – a modo suo – c’è riuscito. Già, perché in un articoletto pubblicato ieri, 5 marzo (Caterina Soffici, L’ateo Clegg sceglie la scuola cattolica)  è riuscito a stigmatizzare pesantemente quanto deciso da Nick Clegg, ateo dichiarato e capo del partito liberaldemocratico britannico, laico per definizione, che ha iscritto il figlio maggiore Antonio ad una scuola cattolica, “solo” perché è decisamente migliore delle scuole “pubbliche”. Motivo risibile, per l’autrice dell’articolo. Sì, perché un ateo, per coerenza, dovrebbe mandare sempre e comunque i propri figli alla scuola statale, anche se fosse pessima. Prima le idee, poi i figli; prima la cosiddetta coerenza, poi il bene delle persone.

Ma Nick Clegg, definito dal Fatto “voltagabbana”, non c’è stato: l’amore paterno (o quantomeno quello per la moglie, spagnola e cattolica) è stato più forte, e così ha mandato il figlio Antonio a studiare alla London Oratory, una delle migliori scuole maschili di Londra, che fornisce una «educazione strettamente cattolica» ed è la stessa scuola frequentata, a suo tempo, dalla prole dell’ex leader laburista Tony Blair (che però è cattolico dichiarato).

Retropensiero indotto: “Chissà quanto spende! Come al solito, i ricconi possono fare quello che vogliono, mentre i poveracci sono costretti a mandare i figli dove capita, e spesso e volentieri capitano male…”. Ma qui viene il bello: nel paese in questione (neanche tanto lontano da noi…) le scuole statali sono pessime e le private – davvero private – sono eccellenti ma carissime (rette da 15-20mila sterline l’anno); le cattoliche, invece, sono pubbliche e  sovvenzionate dallo Stato, quindi gratis e generalmente buone rispetto alle altre statali.

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