Se Bersani vincerà, il cardinal Caffarra andrà in galera

Una recente riflessione dell’arcivescovo di Bologna, cardinale Carlo Caffarra, su matrimonio e famiglia eterosessuale sarebbe passibile di denuncia se dovesse passare l’estensione della Legge Mancino.

di Vincenzo Sansonetti (22-02-2013)

«Nessuna civiltà, nessuna comunità nazionale fiorisce se non viene riconosciuto al matrimonio e alla famiglia la loro incomparabile dignità, necessità e funzione. Incomparabile significa che nel loro genere non hanno uguali. Equipararle a realtà che sono naturalmente diverse, non significa allargare i diritti, ma istituzionalizzare il falso». Per questa frase, contenuta in una riflessione offerta ai fedeli della sua diocesi, l’arcivescovo di Bologna, cardinale Carlo Caffarra, se Bersani vincesse le elezioni rischia il carcere.

Fantapolitica? Niente affatto. Nelle convulse, isteriche fasi finali della campagna elettorale più caotica e confusa del Dopoguerra, dove sono totalmente mancate la signorilità e la correttezza di un confronto leale tra avversari, è bene avere lo sguardo attento su ogni dichiarazione, su ogni sfumatura nelle parole dei protagonisti, per poter compiere la scelta giusta nell’urna.

Ebbene, a una convention organizzata a Roma da una variopinta serie di sigle gay, con la partecipazione di esponenti del Pd, Sel, Rivoluzione Civile e Movimento 5 Stelle, il candidato premier del centrosinistra Pier Luigi Bersani ha inviato un messaggio in cui si impegna a varare entro un anno – se vince – una legge sulle unioni civili fra persone dello stesso sesso. E passi, non è una novità.

Ma nello stesso messaggio Bersani promette anche un’altra legge più preoccupante, da far decollare in tempi ancor più brevi, e cioè sei mesi: una norma che estenderebbe la legge Mancino (approvata 20 anni fa, condanna gesti, azioni e slogan che incitano alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali) anche ai «reati» di omofobia e transfobia: nuova fattispecie criminosa in cui si farà entrare di tutto. Accadrà così che non si potranno più difendere la famiglia tradizionale e il matrimonio inteso solo come unione tra un uomo e una donna, – come ha fatto appunto Caffarra – perché tale difesa sarà considerata come un (grave) atteggiamento di discriminazione verso i gay.

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