Se il parroco fa il suo dovere viene attaccato dai soliti anticliericali

Un parroco coraggioso e serio, in provincia di Ferrara, ha deciso di non amministrare la Comunione ad un bambino portatore di handicap. Posta così, in modo malizioso, la notizia ci dipinge un prete cattivo, perfido e mangia bimbi. In questo modo la notizia è stata dipinta da chi solitamente attacca la Chiesa, ma anche da quotidiani che, pur non attaccandola (a parole), le tirano a lupara appena possono. Il buon parroco non ha fatto nulla di male: ha soltanto ricordato che la Comunione non è la merenda del pomeriggio. Avesse detto davanti al Bondì, tu no, perché sei portatore di handicap, certo che avrebbe sbagliato, ma la particola, non è un cornetto, una merendina o un giocattolo: è il corpo di Cristo e dunque, prima di masticarlo, bisogna doverosamente essere coscienti di cosa si assume. In sostanza, occorre avere la sicurezza che il comunicando si renda conto di quello che sta prendendo. Il prete, dunque, non ha mancato di misericordia e l’aver svolto quello …

… che qualunque sacerdote oggi dovrebbe fare, in una Chiesa tanto lasciva e modernista sembra una bestemmia.

Oggi tanti preti, per quieto vivere, danno la comunione a chi non può riceverla, come divorziati risposati, uomini e donne che convivono, gay conclamati e peccatori incalliti e noti per le loro reiterazioni (non contriti).

Nei tempi recenti, abbiamo visto un sacerdote amministrare il sacramento persino a Berlusconi , la qual cosa era assolutamente sacrilega e forse blasfema. E in questo caso, nessuno poteva dire: non lo conosco, non so nulla di lui.

In verità, il problema di Ferrara, coinvolge la stessa idea della comunione.

Esistono persone che della Messa se ne infischiano, dei precetti anche, quando possono insultano il Papa, ma alla comunione non possono resistere.

Che senso ha quella comunione?

Non parliamo poi del modo col quale talvolta ci si accosta alla comunione: file disordinate, chi saluta a destra o sinistra, coloro che hanno ricevuto l’ostia stringono mani, insomma un caos incompatibile con la sacralità del momento. In alcune celebrazioni di massa, i concelebranti vanno in giro come fossero camerieri al ristorante e, di fatto, lanciano o allungano l’ostia senza il minimo pudore.

Va ricordato che anche la minima particola o briciola è il Corpo di Cristo.

Vale tutto questo? E’ rispetto per il Sacramento?

Non sarebbe molto meglio, per evitare questo dileggio della comunione, ritornare solo alla comunione in ginocchio che garantisce raccoglimento, sacralità e forse allontana i … malintenzionati?

Bruno Volpe

Fonte: www.pontifex.roma.it.

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