Se la rock band londinese suona il Credo in latino – Vatican Insider

Gli Ooberfuse in concertoNei giorni scorsi gli Ooberfuse hanno lanciato un nuovo singolo. “Esploriamo le verità antiche della fede con linguaggi contemporanei”

Giorgio Bernardelli

«Credo in unum Deum, patrem, creatorem coeli et terrae, visibilium et invisibilium». Le parole ricalcano inconfondibilmente quelle del Credo in latino. Solo che il contesto è il più lontano possibile dalle liturgie dei tradizionalisti. Sono infatti le parole iniziali di Credo (http://ooberfuse.bandcamp.com/track/credo), il singolo che la rock band londinese degli Ooberfuse ha lanciato l’11 ottobre in occasione dell’Anno della fede.
Niente di dissacrante. Al contrario: l’intento è proprio quello di far entrare anche in un ambito un po’ inconsueto come la musica fusion il messaggio centrale della fede cattolica. A portarlo avanti è un trio che ha già alle spalle esperienze interessanti in questo senso. E riconosciuti come un gruppo di talento anche al di fuori del circuito della christian music.
Proprio per questi requisiti gli Ooberfuse sono guardati con grande attenzione anche dalla pastorale giovanile della Conferenza episcopale inglese: nel 2010 fu infatti una loro canzone – il brano hip hop Heart’s Cry – a essere scelta come inno dell’incontro di Benedetto XVI con i giovani ad Hyde Park. Nel 2011, poi, gli Ooberfuse hanno vinto il concorso musicale lanciato in occasione della Gmg di Madrid con il brano Faith in You. Quest’anno, infine, hanno già fatto notizia per due brani dedicati alle sofferenze dei cristiani in Pakistan: Blood Cries Out – in memoria del ministro Shabhaz  Bhatti, assassinato nel marzo 2011 – e Free Asia Bibi, che chiede la liberazione della donna dal 2009 in carcere con l’accusa (mai provata davvero) di blasfemia. Il video di quest’ultimo brano su YouTube ha già fatto registrare più di 60mila visualizzazioni.

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