Sensibile incremento dell’obiezione di coscienza | Corrispondenza romana

(di Alfredo De Matteo) Ogni ora, ogni giorno da oltre trent’anni decine, centinaia di bambini cadono vittime dell’odioso crimine dell’aborto di Stato, reso legale dalla sciagurata legge 194/1978. Un numero sempre maggiore di medici si dichiara obiettore di coscienza, tanto che sulla base dei dati forniti dal Ministero della Salute i non obiettori sono divenuti una specie in via d’estinzione mentre i nostri sono passati dal 58,7% del 2005 al 70,7% del 2009, stabilizzandosi intorno a questa quota negli anni successivi con punte massime dell’80% nelle regioni meridionali.

I dati relativi agli ospedali pubblici sono ancora più straordinari visto che nel Lazio, ad esempio, i ginecologi obiettori sono ormai oltre il 91%! Succede che d’ora in poi a Bari e provincia, stante la situazione attuale, non sarà più possibile praticare aborti visto che tutti i ginecologi e le ostetriche sono divenuti obiettori di coscienza. Per cui una donna che intende accedere alla cosiddetta interruzione volontaria di gravidanza nella zona del capoluogo pugliese sarà costretta a recarsi negli ospedali pubblici di Monopoli, Putignano e Corato oppure rivolgersi alle strutture convenzionate private, visto che il Policlinico non fa parte della Asl e che anche lì le procedure di Ivg vanno a rilento per difficoltà organizzative e scarsa presenza di non obiettori: solo 272 Ivg nel 2011 su un totale di 3676 in tutta la Asl (“La Repubblica”, 18 marzo 2013).

La Provvidenza ha voluto che a mettere i bastoni fra le ruote al meccanismo diabolico dell’aborto di Stato ci si mettessero gli esecutori materiali del delitto, ossia i medici. Tuttavia, non bisogna illudersi: il diritto all’obiezione di coscienza verrà col passare del tempo sempre più limitato visto che ha raggiunto livelli tali da porsi in contrasto con un altro (pseudo) diritto, l’autodeterminazione femminile, stabilito dalla legge italiana e dalle normative europee. Ciò, malgrado il Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) abbia emanato, qualche tempo fa, un documento che sancisce la fondatezza costituzionale dell’obiezione di coscienza, ma che nel contempo ribadisce la liceità di leggi omicide come la 194 e la necessità di garantire la fruizione pubblica di servizi sanitari considerati essenziali, come la cosiddetta interruzione volontaria di gravidanza.

In effetti, è ragionevole affermare che fintantoché l’obiezione di coscienza si mantiene entro limiti tali da non causare particolari disagi alle donne che intendono abortire, l’establishment tollererà che il personale sanitario possa avvalersene; se non altro allo scopo di perpetuare il mito secondo cui l’aborto, lungi dal costituire una procedura medica standardizzata, sia solamente l’esito drammatico di situazioni limite. Nel caso contrario, invece, c’è da attendersi un’intensificazione delle persecuzioni contro i medici obiettori, come sta già accadendo negli Stati Uniti di Barack Obama, e una conseguente forte limitazione dello stesso diritto all’obiezione di coscienza. (Alfredo De Matteo)

Fonte: Sensibile incremento dell’obiezione di coscienza | Corrispondenza romana.

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