«Senza Cristo saremmo una Ong pietosa»

di Massimo Introvigne  14-03-2013

”Possiamo camminare come vogliamo ma se non confessiamo Gesù Cristo la cosa non va. Diventeremmo una Ong (organizzazione non governativa) pietosa ma non la Chiesa”. Lo ha detto papa Francesco nella sua omelia nella Cappella Sistina con i 114 cardinali elettori. Papa Bergoglio ha aggiunto che ”quando non si confessa Gesù Cristo si confessa la mondanità del demonio”. Il papa, riferendosi alla Chiesa ha poi detto che questo dinamismo ”non è così facile sia nel costruire che nel camminare, che nel confessare. Alle volte – ha aggiunto – ci sono scosse che non sono del cammino ma che ci tirano indietro”. (aggiornato alle 17.50)
La Chiesa è in festa perché ha il suo Papa. Papa Francesco è il successore di Benedetto XVI, il Papa emerito dal cui ricchissimo Magistero il nuovo Pontefice potrà partire. La stampa laica scaverà ora nella biografia del nuovo Papa. E dovremo stare attenti alle vecchie letture che cercheranno prima di fare ricorso alle categorie obsolete di progressisti e conservatori, poi di etichettare il nuovo Pontefice come progressista. Sarà allora utile leggere – la pubblichiamo nella prima traduzione italiana integrale – la lettera che l’allora cardinale Bergoglio scrisse il 22 giugno 2010 poco prima della decisione del Senato argentino di approvare il matrimonio e le adozioni omosessuali alle suore dei quattro monasteri carmelitani di Buenos Aires. La lettera fu citata e lodata dall’«Osservatore Romano» ed è molta nota in Argentina.

«Il popolo argentino – scriveva il futuro Papa – dovrà affrontare nelle prossime settimane una situazione il cui esito può seriamente ferire la famiglia. Si tratta del disegno di legge che permetterà il matrimonio a persone dello stesso sesso. È in gioco l’identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. È in gioco la vita di molti bambini che saranno discriminati in anticipo e privati della loro maturazione umana che Dio ha voluto avvenga con un padre e con una madre. È in gioco il rifiuto totale della legge di Dio, incisa anche nei nostri cuori». Poi le parole fortissime: «Ricordo una frase di Santa Teresina [di Lisieux, 1873-1897] quando parla della sua malattia infantile. Dice che l’invidia del Demonio voleva vendicarsi della sua famiglia per l’entrata nel Carmelo della sua sorella maggiore. Qui pure c’è l’invidia del Demonio, attraverso la quale il peccato entrò nel mondo: un’invidia che cerca astutamente di distruggere l’immagine di Dio, cioè l’uomo e la donna che ricevono il comando di crescere, moltiplicarsi e dominare la terra. Non siamo ingenui: questa non è semplicemente una lotta politica, ma è un tentativo distruttivo del disegno di Dio. Non è solo un disegno di legge (questo è solo lo strumento) ma è una “mossa” del padre della menzogna che cerca di confondere e d’ingannare i figli di Dio».

Quello che è oggi Papa Francesco chiedeva l’aiuto dello Spirito Santo per portare «la luce della verità in mezzo alle tenebre dell’errore», «per difenderci dall’incantamento di tanti sofismi con i quali si cerca a tutti i costi di giustificare questo disegno di legge, e che confondono e ingannano perfino persone di buona volontà».
Mentre l’Argentina stava per legalizzare il matrimonio e le adozioni omosessuali il cardinale si rivolgeva alle carmelitane per chiedere loro «preghiere e sacrificio, le due armi invincibili di santa Teresina » perché i politici potessero votare «secondo la legge naturale e la legge di Dio ». «Ricordiamo – concludeva il cardinale che oggi siede sul soglio di Pietro – ciò che Dio stesso disse al suo popolo in un momento di grande angoscia: “Questa guerra non è vostra, ma di Dio» chiedendo «a San Giuseppe, a Maria e al Bambino» «che ci difendano, soccorrano e accompagnino in questa guerra di Dio».

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