Sinodo. Mons. Moraglia: la nuova evangelizzazione comunichi una fede amica della ragione

La nuova evangelizzazione riservi maggior spazio alla catechesi, con speciale attenzione alla complementarietà tra fede e ragione. Il tema è stato portato all’attenzione del sinodo nei giorni scorsi dal Patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, che ha denunciato il “complesso di inferiorità” vissuto da molti cristiani nei confronti della modernità a causa del non risolto conflitto tra fede e ragione. “Il silenzio del cattolico-medio, nel dare ragioni della sua speranza – ha detto il presule – è fragorosissimo”. Ascoltiamolo al microfono di Paolo Ondarza:
R. – Credo che il complesso di inferiorità sia determinato dal fatto che il cattolico non ha sempre chiaro, nel modo dovuto, che cosa è la fede. La fede non è un impiastro tra la ragione e il soprannaturale, ma la fede non è neanche un fideismo: essa è una visione totale sulla realtà.
D. – Il connubio fede-ragione è anche una premessa per porsi in dialogo attivo nei confronti della società contemporanea…
R. – Sì, l’uomo condivide, al di là delle culture, la sua umanità e la sua umanità può essere proprio intercettata attraverso l’elaborazione comune, per quanto possibile condivisa, delle problematiche umane. La persona non credente deve essere incontrata laddove possiamo trovare dei punti fondamentali in comune, che io ritengo essere quelli della ragione.

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