SIR EUROPA – Per favore… Europa

Le croci di tutto il modo attorno alla croce accesa nel cuore del Colosseo per la Via Crucis del Venerdì Santo con Papa Francesco.
Ci saranno anche le croci di Europa.
Per la Chiesa e i cattolici del Vecchio Continente un’ulteriore grande occasione per riflettere su una storia scritta e da scrivere.
Non c’è Paese in Europa dove la croce non si elevi nella sua nudità a trasmettere il messaggio del dono infinito e della gratuità totale che, superando ogni confine, ha scosso nei secoli le coscienze di persone e popoli.
Forse questo messaggio si è affievolito nel nostro continente non perché le croci sulle colline dell’est, nei campi dell’ovest e in fondo al Mediterraneo, si siano arrugginite ma perché i simboli vivono se palpitano nel cuore dell’uomo, se comunicano un messaggio eterno, intensamente pensato e vissuto.
Papa Francesco, con il continuo e appassionato richiamo alla periferia delle città, ama ricordare che la croce si pone nei luoghi dove la sofferenza e la speranza si incontrano e prendono i volti dei più poveri, degli emarginati dalla cultura e dalla società.
Ma forse per l’Europa si potrebbe leggere anche un altro messaggio.
C’è una periferia dell’anima nella terra europea a cui occorre dedicare più attenzione e amore perché questa realtà invisibile dentro l’uomo non è meno sofferente della realtà visibile ai margini della città.
Anche la ricca e borghese Europa, ricordano i giovani libanesi nelle riflessioni per questa Via Crucis, “si piega sotto realtà che cercano di espellere Dio dalla vita dell’uomo, come il laicismo cieco che soffoca i valori della fede e della morale in nome di una presunta difesa dell’uomo”.
Benedetto XVI non avrebbe proposto l’anno della fede e non avrebbe chiesto di ridare vigore all’annuncio del Vangelo se non fosse stato consapevole della deriva umana a cui avrebbe portato il rifiuto di Dio.
Soprattutto nell’Europa un po’ presuntuosa.
Papa Francesco raccoglie il testimone e lo rilancia con un tono e un linguaggio che occorrerà conoscere meglio per coglierne tutta la verità, tutta la bontà, tutta la bellezza.
Il nostro continente è invitato a scendere dalla cattedra e a mettersi nei banchi dove siedono tutti gli altri popoli per condividere insieme con loro attese, angosce e speranze.
Anche la Chiesa della Via Crucis è in questa scuola, totalmente e umilmente immersa nella storia dell’umanità.
Sono ancora i giovani libanesi a ricordare, nelle riflessioni al Colosseo, che la croce “può inchiodare alla sedia ma non impedire di sognare; oscurare lo sguardo ma colpire la coscienza; rendere sorde le orecchie ma non impedire di ascoltare; legare la lingua ma non sopprimere la sete di verità; appesantire l’anima ma non derubare della verità”.
La vecchia e stanca Europa accetterà questi pensieri “laici” di giovani non europei oppure la presunzione ancora una volta la terrà alla periferia della storia del mondo?
Ma qui c’è già Papa Francesco ad attenderla con il suo sorriso e con il suo invito: “per favore”… Europa ritrova te stessa.

– GLI ALLEGATI
eur25.rtf (Allegato RTF)

Fonte: SIR EUROPA – Per favore… Europa.

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