SIRIA – Biloslavo: Assad o ribelli? Il rischio è che vincano gli estremisti

martedì 7 agosto 2012

“Non siamo alla battaglia finale”. Fausto Biloslavo, giornalista triestino in prima linea sui fronti di guerra, è sicuro: in Siria non siamo ancora alla resa dei conti. Anche se il premier Riad Hijab è fuggito, anche se il ministro delle Finanze, Muhammad Jleilati è stato arrestato prima di riuscire a disertare, anche se la battaglia ad Aleppo si fa sempre più dura. D’altro canto, l’annuncio della madre di tutte le battaglie è stato dato più volte, e puntualmente è stato smentito dall’evolversi degli scontri.

È il regime che cade a pezzi o la Siria?

La Siria. Stiamo assistendo alla balcanizzazione dell’area, Aleppo è come Sarajevo: assediata. E non sappiamo quanto durerà questo assedio. I ribelli resisteranno strenuamente, e per schiodarli Assad dovrebbe radere al suolo la città, ma deve pensare anche al suo futuro, sul quale già aleggia pesantemente l’imputazione di crimini di guerra.

Il premier Hijab, una volta in salvo, ha dichiarato che è in corso un genocidio…

È vero. Alawiti, al governo, contro i ribelli, sunniti. E viceversa. Perché anche i ribelli non vanno per il sottile, anche se non hanno la forza militare del regime: esecuzioni sommarie, vendette, ritorsioni… E i cristiani sono in mezzo ai due fuochi. Ricordiamoci che molti tra i ribelli invocano “alawiti sotto terra, cristiani a Beirut”.

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